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29 Lug
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Intervista all'autore - J. G. Coli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere vuol dire passare al lettore un'esperienza, un'emozione, una sensazione per noi importante e che vorremmo condividere.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Quando ho ideato la trama, credevo di aver ben delineato quanto del mio vissuto personale fosse presente nel libro, poi durante la scrittura mi sono accorto di aver parlato di me più di quanto avrei fatto se il libro fosse stato un'autobiografia. Non mi riferisco solo al protagonista, che per ovvi motivi è sempre un alter ego dello scrittore, ma mi riconosco molto anche negli altri personaggi; credo sia un processo inconscio dal quale non ci si può esimere: per quanto si abbia in testa il modello di un personaggio non possiamo che elaborarlo alla nostra maniera, arricchendolo di tratti personali.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stata una splendida liberazione, certe cose vogliono venire fuori, non importa quanto ci ostiniamo a rimandare.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Mi sono trovato spesso a cambiare il titolo del libro, così come quello dei capitoli e perfino i nomi dei personaggi; del resto trovare nomi adatti non è un processo rapido. L’unica cosa che avevo chiara da subito era un modello astratto a cui ispirarmi per il titolo di questo libro, e degli altri che verranno (sempre appartenenti a questo ciclo di racconti), se avrò la fortuna di pubblicarli.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Di recente mi sento particolarmente legato a Lovecraft, certo non per tutti sarebbe la migliore compagnia su un’isola deserta: non farebbe altro che parlarmi di Cthulhu e dei suoi incubi, ma uno scrittore dalla fantasia tanto spiccata, con quel vissuto, deve essere una persona dannatamente interessante da conoscere.
 
6. Ebook o cartaceo?
Gli ebook vincono per la comodità di utilizzo e l'immediatezza con la quale si possono reperire, ma nessun ebook può superare il fascino della carta stampata, e nemmeno la soddisfazione di disporre i libri uno accanto all'altro, in bella vista, come tanti trofei.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Questa è la domanda più difficile. Prima di tutto dovrei soffermarmi a definire chi è uno scrittore, e non è facile: molti definiscono la figura dell’autore di libri come un intellettuale di alto livello, un sommo erudito, ma non è sempre così. Per me il termine scrittore non significa altro che “colui che scrive”; non siamo altro che persone con la voglia di condividere qualcosa che riteniamo importante, per questo non posso dire di esserlo diventato in un momento preciso della vita; lo sono sempre stato.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Leggere mi è sempre piaciuto. Penso che passare dalla lettura alla scrittura sia una transizione naturale: più leggiamo più il nostro senso critico si sviluppa, e capiamo sempre meglio cosa ci piace e cosa no, per questo è inevitabile, prima o poi, arrivare a scrivere qualcosa che noi stessi vorremmo leggere.
Non sempre quello che coltiviamo viene alla luce, in molti tengono il loro romanzo, raccolta di poesie o quant'altro nel cassetto, per paura delle critiche; io stesso avrei esitato ancora prima di mettere il mio scritto alla prova, se un giorno mia nonna, la prima a leggere la bozza dei capitoli iniziali, non mi avesse detto: “Adesso voglio vederlo finito”. Da quel momento non ho ancora smesso di scrivere.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il mio romanzo diventare realtà è esaltante, non so ancora quale sarà la mia reazione quando avrò fra le mani il frutto palpabile di tutte le mie idee e di tutte le mie esperienze; è quasi la versione cartacea di me stesso.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Fin dalla scrittura dei primi capitoli ho sottoposto il libro a mia nonna; mi fido molto del suo giudizio, è lei che per prima ha pensato ci fossero delle idee valide nella mia bozza e mi ha spronato a proseguire; non vedo l’ora di scoprire la sua reazione quando lo vedrà finito.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Gli audiobook sono un formato interessante, molte persone si sono avvicinate alle opere letterarie grazie a loro. Sono piacevolmente colpito da questo mezzo, anche se rimango fedele al testo scritto, cartaceo o elettronico che sia.
Leggere all'inizio è difficile, è uno sforzo più importante di quanto si immagina chi ormai divora libri da una vita, specie quando non siamo ricompensati da un contenuto degno della nostra fatica.
Ascoltare i racconti poi, è una cosa bellissima, mi ricorda di quando mia mamma mi leggeva le storie prima di dormire; per questo sono convinto che gli audiolibri prenderanno sempre più piede.
 
 
 
 
 

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