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14 Lug
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Intervista all'autore - Chiara Farruggio


1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi permette di raccontare sogni, sentimenti, desideri, sofferenze che difficilmente riesco ad esprimere a voce; sia per timidezza, insicurezza ma anche per timore di non essere compresa.
E mi permette quindi anche di creare una sorta di realtà parallela, che io chiamo “il mio mondo” in cui mi sento libera di vivere tutto ciò attraverso i miei personaggi inventati.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Anch’io come Jesse, la protagonista, ho lasciato la famiglia e il mio paese; anche se per motivi completamente differenti.
Abbiamo dei punti in comune, ma Jesse rappresenta anche ciò che io vorrei essere, soprattutto a livello caratteriale. Riproduce parti di me che nella vita non riesco a tirar fuori. È come se fosse una proiezione di me che è ancora distante.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Come ho detto prima, ho dato voce e corpo ad una parte di me che sta ancora lavorando tanto affinché riesca ad uscire fuori e a riscattarsi da tutto ciò che l’ha fatta star male.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta è stata abbastanza semplice: "Buddy", nello slang americano, significa amico e lui lo è davvero per i personaggi principali che si “rinTanano” nel suo locale.
Ma alla Tana succede tanto altro… e mi auguro che vogliate scoprirlo, leggendo il libro.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non ho un libro o uno scrittore preferito. Nei social capita spesso di leggere citazioni di libri e scrittori, che siano del passato o piuttosto recenti. Mi lascio catturare da frasi che mi provocano emozioni e in cui mi ritrovo. Poi annoto titolo e scrittore e compro i libri appena mi è possibile.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sono una tradizionalista quindi scelgo il cartaceo, ma ammetto che tablet, Ipad o simile siano più comodi per la luminosità di una lettura notturna.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non direi di aver intrapreso la carriera di scrittrice… non è nei miei piani; non da professionista, almeno.
Ho cominciato a scrivere più assiduamente storie vere e proprie, a partire dall’estate del 2011, ma già ai tempi delle scuole superiori, mi piaceva annotare pensieri, desideri ed emozioni in un piccolo taccuino che custodivo gelosamente.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Si potrebbe dire che questo libro sia stato scritto due volte, a distanza di tempo.
Non ho mai scritto con l’intenzione di pubblicare e per questo, inizialmente, la storia è nata sotto forma di fan fiction: opera scritta da fan, prendendo spunto da personaggi o storie cinematografiche.
Per via d’impegni lavorativi, l’ho accantonata per parecchi anni.
L’anno scorso, mi è capitato di ripensare ai personaggi della mia storia e mi venivano in mente flash d’immagini.
Così pian piano, come se fossero pezzi di un puzzle, ho provato ad incastrarli e a completare la storia, rendendola sempre più autentica.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’emozione talmente grande che ancora faccio fatica a crederci! Come ho già detto prima, non l’ho mai scritto con l’intenzione di volerlo pubblicare. Mi sono lasciata stuzzicare dall’idea di ricevere la copia in omaggio e quando l’ho avuta tra le mani, ho pensato che sarebbe stato bello realizzarlo a tutti gli effetti come se fossi davvero una scrittrice.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto, passo dopo passo, la stesura del libro è una mia carissima amica di nome Jenny.
Condividiamo la stessa passione per la scrittura e molto spesso ci emozioniamo, leggendo reciprocamente i nostri scritti, dicendoci: “Vedo tutto!!!”
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro penso sia fra gli strumenti compensativi più funzionali per bambini con difficoltà d’apprendimento o con bisogni educativi speciali. È sicuramente un’ottima risorsa e un grande traguardo per le scuole che si aprono al concetto di Inclusione.

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