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01 Lug
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Intervista all'autore - Nicola Marzella

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Il modo di mettere a nudo la propria anima. Raccontare le proprie emozioni, i propri sentimenti, attraverso le vicissitudini, vissute dai personaggi.  Una radiografia introspettiva del nostro vivere. Un modo di interrogarsi sulle cose importanti della nostra esistenza, interpretare la realtà oltre le apparenze. Per questo motivo, scrivere ci consente di trasferire nei personaggi, nelle loro storie, i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre aspirazioni, che, in fondo, costituiscono l’essenza della vita intima di ogni individuo.
 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Le vicende e i personaggi sono frutto della fantasia, non hanno nulla a che vedere con la mia vita.

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato mettermi alla prova in un ambito in cui credevo di non avere le competenze.

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo me l’ha suggerito il protagonista del romanzo. Il suo percorso di vita, improvvisamente e inaspettatamente, ha una radicale e decisiva svolta.

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. La difficoltà che ha un’anima sensibile e dall’intelletto eccelso di far riconoscere le proprie qualità. 

6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo.

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Il mio mondo interiore ha sempre fantasticato. Mi è sempre piaciuto costruire storie, cogliendo spunti di vita. Ma, non ho mai pensato di farne motivo di scrittura, perché mi ritenevo non in grado di farlo. La mia indole artistica mi ha sempre spinto, però, a sfidare i miei limiti. Non è nelle mie aspettative l’ambizione di diventare uno scrittore. La mia principale soddisfazione sarà il riscontro di un giudizio positivo sul romanzo.


8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il romanzo nasce per caso. Scrivo poesie da diverso tempo, la narrazione mi ha incuriosito in questo periodo, in cui ho più tempo libero, perché in pensione. Ho iniziato a scrivere alcuni racconti brevi. Poi mi sono detto, perché non provare a far diventare un romanzo un racconto breve? Così, pian piano le idee si sono sviluppate e hanno preso la piega della narrazione.

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una soddisfazione indicibile. Non pensavo di riuscirci.

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio figlio Angelo, l’amico Pier e mia moglie Filomena. Loro mi hanno spinto a pubblicare il libro, perché hanno espresso giudizi lusinghieri.

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Rappresenta un’opportunità, soprattutto, per i non vedenti.  Loro, purtroppo, non hanno la possibilità di godere il piacere della lettura di un romanzo. L’emozione che dà la lettura di un romanzo non ha eguali con altri sistemi. La parte intima di ciascuno di noi, leggendo, coglie e fa sua, emotivamente, la morale del romanzo.

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Mercoledì, 01 Luglio 2020 | di @BookSprint Edizioni