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20 Giu
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Intervista all'autore - Marco Semeraro

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un ingegnere elettrico ed insegno Elettrotecnica in un istituto di scuola media superiore. Sposato, padre di due splendidi bambini, da sempre attratto dalla scrittura. Vivo con la mia famiglia a Massafra (TA), città del carnevale e delle gravine.
Non si decide di diventare scrittore. Trattasi di attitudine e a volte necessità. Scrivere è raccontare la vita, anche quella che non abbiamo avuto il coraggio di vivere. È sinonimo di rassettare, di riordinare i flussi di energia a cui siamo sottoposti quotidianamente e collocarli nel posto giusto.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c’è un momento preciso. Durante la giornata capita di scattare un frame e custodirlo nella mente (il più delle volte lo faccio inconsapevolmente) per poi riprenderlo nei momenti di relax e tramutarli in scrittura.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non saprei dirlo. Nella mia libreria ci sono vari autori. Luciano De Crescenzo, Irvine Welsh, Patrick Süskind. Oriana Fallaci, Nicolà Barrou, Albert Camus, Virginia Bramanti, Elisa Springer, Primo Levi, Elsa Morante.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Per suggerire la pratica dell’armonia, se possiamo definirla tale. Basta poco per stare bene con se stessi e con gli altri. Il caos interiore spesso si tramuta in solitudine.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Siamo la risultante di tanti vettori, fondamentale è lo scenario in cui ci muoviamo. Scusate la digressione, ma se al vettore non diamo il punto di applicazione, il modulo, la direzione e il verso, esso non ha ragione di esistere.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
C’è dualismo fra evasione e racconto. Entrambi coesistono nello stesso attimo.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di autobiografico c’è il quartiere in cui sono nato, momenti della mia infanzia, la paura vissuta durante la degenza in ospedale di una persona a me cara. Il resto è frutto di fantasia e la fantasia pesca nelle acque del vissuto diretto o indiretto.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare. Tutte le persone incontrate nella mia vita hanno contributo alla nascita dei personaggi.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A una collega di Lingua e Letteratura Italiana. In seguito ho coinvolto gli amici, forse per essere incoraggiato.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente ha i suoi punti di forza, ma non regala il profumo delle pagine scritte.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Condivisione è sinonimo di crescita. L’audiolibro abbraccerà proprio tutti.
 

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Sabato, 20 Giugno 2020 | di @BookSprint Edizioni