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21 Mar
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Intervista all'autore - Maria Teresa Ielasi Pajusco

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho scritto tantissime poesie, ma nell'affrontare quest'argomento è cambiato tutto, nel senso che ho vissuto in simbiosi con esso. Questo stato d'animo si ripropone quando rileggo i punti più salienti, nei quali ritrovo la mia essenza.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Vi si ritrova la mia esperienza di vita che ho inteso porre al sevizio degli altri. Ho rivisto e rivissuto tutto ciò che di straordinario è avvenuto in essa e tutto ciò che ne è derivato. Spero che i miei lettori possano trarre vantaggio da ciò che più mi ha appassionata, riconsiderando la propria esistenza secondo un'ottica positiva.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
La realizzazione d'un sogno. L'argomento era particolarmente impegnativo, non sapevo da dove iniziare, temevo di non poter mettere a punto una stesura completa. Eppure avvertivo che il tema doveva essere affrontato, elaborato, completato. E così fu.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La cosa più certa è stata proprio la scelta del titolo, rimasto lì a lungo, nel cassetto più importante della mia memoria, come in uno scrigno prezioso. Mi sentivo attratta, addirittura calamitata da esso. Non potevo e non volevo distaccarmene.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"El alquimista" di Paulo Coelho, letto in lingua originale. Un adolescente scopre, attraverso l'alchimia, che l'anima del mondo, compresa la sua stessa anima, è racchiusa in Dio, che si trova gelosamente custodito nel cuore di colui che ha potuto avere libero accesso alla felicità.
 
6. Ebook o cartaceo?
Adoro il cartaceo. È così sin dalla mia infanzia. Mi affascina: non potrei farne a meno.
L'ebook è una conquista tecnologica della nostra società. Non vedo perché si debba rinunciare ad esso. L'uno non esclude l'altro.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È proprio la vita a favorire ed incoraggiare le nostre scelte. Comunque c'era già la tendenza in me: una tendenza ereditata dalla figura materna. Inoltre ho sempre scritto per trasmettere sensazioni di gioia, talvolta per attenuare l'emotività o la passionalità. Da quando mia madre è mancata ho pubblicato un libro dopo l'altro, considerando anche le varie antologie.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro rappresenta qualcosa di particolare: avevo perso due persone care nel giro d'un brevissimo lasso di tempo. La sofferenza fu grandissima, aggravata dalla terribile sensazione di essermi ritrovata all'improvviso sul fondo d'un baratro. Fu a quel punto che avvertii la certezza di quell'aiuto che viene dall'alto. Grazie ad esso e all'istinto di sopravvivenza mi lasciai guidare da quella "luce" che è vita.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una grandissima emozione. Un libro, soprattutto un libro che vada ad esplorare e riflettere il proprio intimo, è un'esperienza importante che materializza e diffonde una parte di sé.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Non è stato letto da nessuno. L'argomento è stato elaborato e approfondito, sperando che possa essere letto e diffuso, visto che è diretto agli altri. Mi auguro che qualche lettore ne possa trarre beneficio.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È qualcosa di altamente positivo. Anch'esso ha un suo fascino: il fascino di ciò che viene letto e che può essere ascoltato. Inoltre offre un approccio diretto, in caso di problemi fisici-visivi.
 
 
 
 

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Sabato, 21 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni