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21 Nov
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Intervista all'autore - Mario Razzini

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non ho mai avuto un diario, ma l'abitudine di appuntare ciò che mi colpiva con ogni mezzo disponibile in mancanza di penne o matite, perfino, a volte, stuzzicadenti imbevuti di inchiostro, mine sfuse, l'incisione della carta con la punta di forchetta. Oggi i miei appunti son diventati un bagaglio imponente di foglietti, quaderni, blocchetti d'appunti, post-in che vado tuttora ordinando mentre la mia abitudine a scrivere è diventata essenziale come il mangiare ed il bere.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Appartengo ad una generazione che dalla seconda guerra mondiale ha vissuto e tuttora vive incalzanti trasformazioni politiche, economiche e di costume. Anche la mia vita , in questo contesto, si è svolta attraverso esperienze significative e varie. È per queste ragioni che il libro che presento non si sottrae alle influenze del "vissuto" , ma cerca di rievocarlo con il condimento delle emozioni provate e con la speranza di poter offrire motivi di riflessione in chi avrà occasione di leggerlo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In questa mia quinta raccolta "Viaggio tra le stelle" ho cercato di mettere al centro la mia vita, le mie esperienze, i personaggi che si sono avvicendati nella mia esistenza. Il libretto vuole essere una carrellata sulle emozioni provate, ma è anche un tentativo di dare un valore ed un significato alla vita oltre i suoi limiti apparenti di spazio e di tempo.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La stesura di quest'ultima raccolta ed anche il suo titolo mi hanno portato a confrontare diverse formulazioni delle poesie e dei racconti il cui testo originale risaliva spesso alle mie valutazioni giovanili e risultavano redatte in uno stile ed un linguaggio che sessanta anni fa era oggettivamente diverso rispetto a quello attuale che è senz'altro più asciutto ed essenziale.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ipotizziamo che l'isola deserta fornisca risorse idonee al mio sostentamento e che sia dotata di un clima compatibile con la mia non più giovane età.
Ipotizziamo anche che sul relitto con cui ho potuto raggiungere la riva sia riuscito fortunosamente a salvare il libro da me scelto per un possibile conforto in momenti di monotonia.
Escludo che si possa trattare di un libro da me scritto ed escludo, per gelosia di mestiere, libri di altri autori. A questo punto l'incertezza sulla durata del mio isolamento ed il desiderio di sentirmi, comunque, costantemente partecipe dei vizi e delle virtù della umana società fanno cadere la mia scelta su un solo libro: la BIBBIA perché in essa è rappresentata l'umanità con tutte le sfumature possibili nel bene e nel male.
 
6. Ebook o cartaceo?
La preferenza per l'una o l'altra modalità di diffusione della cultura è legata a valutazioni variabili personali ed occasionali sia di chi offre il prodotto sia del fruitore del prodotto stesso.
La praticità e l'economicità dei prodotti acquisibili attraverso i moderni dispositivi fa propendere per l'Ebook, ma si può davvero resistere al fascino di una biblioteca, al piacere di sfogliare, al familiare odor di stampa, al ricordo suscitato dall'occasione dell'acquisto o del dono e della dedica? Lasciamo quindi che a decidere le sorti dell'uno o dell'altro sia un unico arbitro: il mercato.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La domanda è particolarmente lusinghiera in quanto rivolta ad un "giovane" prossimo all'ottantina che si appresterebbe niente di meno che ad "intraprendere" una seducente carriera. Da buon napoletano scaramantico apprezzo e ringrazio mentre ribadisco che scrivo per hobby.
Ho iniziato a scrivere a nove anni e la mia prima poesia è quella con cui inizia la raccolta e risale alla perdita di mia nonna. La versione proposta oggi non differisce molto da quella originale. Amici ed insegnanti mi spronarono a partecipare al concorso di poesia del liceo e ne conservo ancora la targa.
Non ho mai pensato ad una carriera artistica anche se mi ha lusingato l'apprezzamento ricevuto in numerosi concorsi di poesia.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Finora non ho scritto romanzi, ho sempre prediletto la poesia ed i racconti brevi.
In effetti ogni poesia o racconto proposto nelle raccolte è già di per sé un aneddoto. Per quanto riguarda l'idea di questa raccolta risale alle decorse festività natalizie e dal desiderio dei miei nipoti di giocare a tombola. Mentre i "grandi” si intrattenevano nel dopopranzo tra chiacchiere varie, i ragazzini ed i loro amichetti avevano occupato le stanze disponibili . Ben presto lo studio divenne una specie di campo di battaglia e vecchie copie inedite dei miei appunti vennero disseminate per le stanze. Cercando di tranquillizzare i monelli proposi di giocare a tombola . Tra i miei appunti c'erano alcune favole che nel tempo avevo scritto per i nipoti, così per gioco proposi che il premio per ogni punto, dall'ambo alla tombola, invece che da monetine sarebbe stato una favola il cui testo, tramite il computer sarebbe stato abbinato alla foto del vincitore così da realizzare per ciascuno un quadretto da portare a casa.
Malgrado lo scetticismo dei grandi i piccoli aderirono, ognuno scelse la sua foto da stampare e alla fine ognuno ebbe il suo trofeo. La vincitrice della tombola ebbe la favola del luccio e della stellina riportata nei racconti brevi proposti in questa raccolta.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Chiunque mette in discussione se stesso porta con sé i suoi dubbi e le sue incertezze. Il libro nuovo è un po' come un figlio che torna dal servizio militare, quasi non lo riconosci rispetto al ragazzo che era partito, ma lo abbracci, con tenerezza ed un briciolo di orgoglio.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho due giudici personali con cui amo confrontarmi: mia moglie e mio figlio Paolo che tollerano affettuosamente il mio hobby, ma non mi hanno risparmiato critiche e consigli che in alcune occasioni mi hanno indotto ad apportare piccole modifiche alla stesura del testo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Devo ribadire la convinzione che solo l'andamento del mercato e non il rischioso ricorso ai sondaggi potrà avere l'ultima parola sul successo di questo strumento di comunicazione. Personalmente trovo che vi sono ancora troppe variabili economiche e pratiche sia per la realizzazione di un prodotto accettabile sia per l'individuazione delle platee fruitrici.
 
 
 

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Giovedì, 21 Novembre 2019 | di @BookSprint Edizioni