Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
24 Ott
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Diana Mihaela Andone

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho vissuto per undici anni in Romania (paese d'origine) per poi venire in Italia e restarvi proseguendo gli studi sino a quelli universitari. Le aspirazioni sono diverse e spero di poterle realizzare sempre in questo meraviglioso paese. Non posso definirmi ancora una scrittrice anche se affascinata dalla scrittura sin da piccola, infatti, vorrò continuare ad esprimermi e ampliare il più possibile gli orizzonti. Questo lavoro, ha preso corpo grazie a Vito Pacelli e al sostegno della Casa Editrice che, tra gli altri, ha selezionato pure il mio, motivo per cui sarò perennemente grata.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esiste uno preciso, può essere qualsiasi momento del giorno o della notte. Quando emerge un'idea, una frase, un racconto, bisogna subito scriverlo altrimenti 'vola via' e poi è difficile raggiungerlo. L'emozione non sarà la stessa.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
È difficile sceglierne. Ma vorrei dire Camilleri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
È nata da un percorso formativo che, grazie a questa pubblicazione, può diventare informativo, nonché, per i più curiosi, uno spunto per approfondimenti ed eventuali e ulteriori sviluppi relativi agli argomenti presenti.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Certamente ha influito molto. Se avessi potuto scegliere, sarei nata negli anni Sessanta. Comunque, sono cresciuta con Eminescu, Creanga, Maraini, Merini, Camilleri, Montessori e altri ancora.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere, per me, è un modo per raccontare la realtà e esprimere le proprie passioni e emozioni che, possono coincidere con quelle di molti altri.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ciò che ho scritto, escludendo gli articoli e le norme giuridiche riportate, in gran parte vi è l'espressione della mia personalità che non può esservi mai totale.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, il mio professore prediletto che, puntualmente, ha chiarito i dubbi inerenti alla stesura e alla scelta delle norme da riportare.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Colui che per primo ha letto interamente questo lavoro, è stato sempre il mio professore, Francesco Torchia, importante figura di riferimento da anni, che ringrazio molto.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non posso certamente negare che avrà una evoluzione rilevante e continua. Sicuramente è un 'futuro' e un cambiamento che sostegno e apprezzo. In generale penso che bisogna adattarsi ai cambiamenti e accoglierli.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È molto interessante per diversi motivi. Può essere un elemento di facilitazione per molte persone, non solo per coloro che hanno, per ovvie ragioni, difficoltà a leggere tanto quanto per chi la preferisce rispetto alle altre forme di scrittura.
 
 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Giovedì, 24 Ottobre 2019 | di @BookSprint Edizioni