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31 Ago
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Intervista all'autore - Giovanni Paduano

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Macerata nel pieno centro storico, vissuto tra campagna e città perché il periodo bellico in città era pericoloso per i bombardamenti e gli scontri armati tra belligeranti. Il mondo idilliaco tra il verde e la vicinanza con gli animali iniettarono nel mio inconscio la consapevolezza della tragedia tra mondo umano e animale. L'urlo raccapricciante del maiale sgozzato che mi seguiva docilmente mentre lo accompagnavo nel pascolo penetrò nel mio inconscio come lama di acciaio nel cuore trasmettendo al mio cervello il messaggio di guerra tra umani ed altri esseri viventi. Chi aveva decretato la VIOLENZA sin dall'inizio tra mondo umano e animali??Un inconscio allucinato alimentò una ricerca spasmodica intellettiva infantile prima adolescenziale in seguito che diedero alla mia vita l'impronta dell'esploratore nella foresta, giungla del DESTINO umano.
Non riuscivo ad interessarmi alle problematiche scolastiche come si conviene isolandomi dalla platea prima scolastica poi sociale senza insofferenza perché era l'indifferenza nei progetti scolastici che mi trascinavano nelle biblioteche pubbliche per ricercare me stesso e la spiegazione dell'inspiegabile del cosmo, di me stesso. La vita piatta tra i banchi scolastici e la parrocchia mi trascinava oltre la realtà vissuta quale condanna sentenziata dal tribunale misterioso. Avidamente assimilavo il mondo degli scrittori per finalizzare il mio quotidiano ad un quibus anarchico intellettivo in attesa di potere evadere verso l'inimmaginabile, intanto mi abbandonavo alle mie percezioni e osservavo tutt'intorno il mio microcosmo sognando di colloquiare con gli autori di tutti quei libri. Poi, inceppai oltre il mio immaginario alla vista della pittura di Van Gogh e altri artisti e tagliai immediatamente i fili che mi collegavano al mondo della scrittura: Colori, segni potevano mascherarmi da burattino a burattinaio ed io divenni pittore. Ero tuttavia sempre in bilico tra l'operare simil creatore autoproducendomi in prodotti inediti e comunque tentando di colloquiare con il fruitore delle mie immagini scrivendo con le immagini. Sono sempre stato sul campo di battaglia permanente tra scrittura-immagini sino addirittura a scrivere segretamente spogliandomi del vestito dei segni per coagulare scrittura alla immagine. Il dissidio tra immagine e scrittura si acuiva sempre più ed ora con l'incalzare di tempi esistenziali il mio spazio alla scrittura ha preso quasi la totalità del mio impegno.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo sempre in modo convulso in ogni momento e luogo seppure nascostamente su stralci di carta annotando sprazzi di luce emergenti durante il mio quotidiano; poi nelle ore notturne pianifico progettando lo scorrimento del fiume d'idee che esige di scaricarsi per andare ad arricchire la cascata del fiume che inonderà le pagine bianche ma scritte con pennarello.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ci sono preferiti, ognuno se vocazionato scriverà come deciso dall'indefinibile. Questo preciso perché similmente ad artisti pittori alcuni considerano la scrittura, mezzo di sostentamento esistenziale (vedi VESPA ) O DI ARRICCHIMENTO avvalendosi di doti nella abilità letteraria quali per esempio lo scrittore GERVASO. Questo genere di scrittori non mi interessa e in questi ultimi tempi preferisco progettare il mio tempo ancora gentilmente concesso per esternare il mio pensiero piuttosto che scoprire nel cosmo altri pianeti sconosciuti.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Preciserei IL MIO LIBRO. Capire significa anche tentare d'interpretare l'altro e il mio mondo barcolla tra mondi diversi che prendono forme diverse con l'avanzare e il consumarsi dei valori; oggi posso soppesare il mio passato confrontandolo con il presente, vivo il mio tempo con temperata saggezza e quindi la mia opera è specchio più chiaro per essere rappresentato oggi.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Dovrei immaginare altri contesti sociali confrontandoli con quello vissuto in passato e quello attuale. Sto vivendo e sono vissuto come alieno tra umani stranieri. Ciò mi sollecita e stimola a presentarmi se non altro per convivere alla ben meglio evitando attriti o mutismo sociale.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere significa per me rapportarmi alla verità di realtà apparente perché non si può evadere dal proprio mondo se non illusoriamente e di conseguenza non si può raccontare l'inspiegabile. Scrivo per invitare ad analizzare problematiche nascoste nelle forme visibili cioè nella realtà per impossessarsi di nuove frontiere mezzi COMUNI per convivere con il MISTERO nostro signore incontrastato.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il mio libro sono io stesso.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Forse la contrapposizione, seppure parziale al libro di Max Stirner "L'unico e la sua proprietà" ha sollecitato la mia volontà nella descrizione di altra problematica concausa del PROBLEMA DEI PROBLEMI.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Nella storia dell'arte la pittura come tale è morta ma è usata per trasmettere nuovi codici nell'arte denominata ancora pittura così nella scrittura il libro cartaceo rimane come amico da portare con sé e letto ma visibile anche in ebook.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Frontiera immensa con esiti inquietanti se penso ai miei libri conservati e ingialliti che resuscitano saltellando ogni qualvolta busso alla loro porta. L'essere umano usa i suoi nuovi strumenti vedi l'audio libro ma rimane umano cioè esige altro come soddisfare i propri sensi leggendo un libro; certamente ciò sembrerebbe assurdo ma possedere le pagine ingiallite del libro fa ricordare avvenimenti passati dimenticati che emergono insieme al libro ingiallito magari dono di una persona scomparsa che ritorna viva spaginando fogli ingialliti. L'ESSERE umano è possessivo e possedere un libro significa chiarire il suo contenuto, capire vieppiù il messaggio dello scrittore con i nuovi orizzonti del tempo presente comparato al tempo passato
 

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Sabato, 31 Agosto 2019 | di @BookSprint Edizioni