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20 Feb
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Intervista all'autore - Marco Capasso

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Rispondo con un pezzetto tratto dal libro, precisamente del testo intitolato "Scrivere di te": 
"Scrivere per me non è limitarsi a riempire un foglio con dell’inchiostro.
Scrivere mi permette di esplicare le mie emozioni. I miei pensieri.
Mi rende libero, con un unico obbiettivo:
Quello di sognare.
Ma scrivere di te... è molto di più... etc."
Per me scrivere è la possibilità di trasmettere le emozioni che provo; emozioni scaturite dagli eventi del quotidiano e da fattori di vita personale.
Avere riscontro positivo da persone estranee è super soddisfacente.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Beh con questa raccolta ho racchiuso ciò che ho vissuto durante l'arco di un anno, quindi tutto ciò che ho scritto è tratto dalla mia "vita reale", usando paragoni con elementi della natura oppure parlando semplicemente di me e della persona a cui è dedicato. Ci tengo a specificare che alcuni testi, come ad esempio "Vento famelico" oppure "Vivere (?)" trattano di eventi reali, alcuni a me vicini, ma non della mia vita personale.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho scritto quest'opera durante un periodo di "rinascita", dove avevo bisogno di fare le cose esclusivamente per me; dovevo pensare alla mia felicità. Scrivere quest'opera è stato un tornado di emozioni, dovevo vivere quel passato che tanto mi ha cambiato... dovevo rivivere quella persona che ho tanto amato a cui ancora oggi, dedico le mie parole. Com'è che si dice? Al cuore non si comanda? ahahaha.
Comunque sapere di star scrivendo per arrivare a pubblicare un libro intero è stato un bell’incentivo. Adesso sono curioso di ricevere il responso dei lettori.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è venuta fuori da sola:
Catene.
Quelle catene che non riusciamo a vedere, ma che continuiamo a percepire sempre e comunque, ovvero i sentimenti.
Avevo le mie idee in mente, quindi non è stato affatto difficile scegliere il titolo, che per me possedeva il giusto significato (significato che spero di aver spiegato per bene nel libro! ahahaha).
L'unico intoppo è stato che un altro libro era già intitolato in quel modo, quindi avevo due opzioni:
-Abbandonare l'idea del titolo (cosa che non ho preso mai in considerazione)
-Aggiungere un sottotitolo.
Così mi è bastato cambiarlo da "Catene" a "Catene - Lungi In Amore".
Il sottotitolo, per chi mi conosce, contiene un particolare non indifferente!
Per chi invece mi conosce solo adesso, non vi preoccupate, se vi interessa ve lo svelerò più avanti! Ahahaha.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente non porterei Leopardi che finirebbe con ucciderci col suo pessimismo! ahahaha (Anche se lo adoro, ma oh, io voglio sopravvivere)
Non saprei, come libro credo che porterei "Poesie d'amore e di vita" di Pablo Neruda oppure dato che avrei tantissimo tempo per leggere porterei con me una di quelle collezioni "immense" come "Shadowhunters" di Cassandra Clare oppure "Game of thrones" di George Martin.
Se dovessi badare alla sopravvivenza, porterei con me Giuseppe Ungaretti, voglio dire, è sopravvissuto alla prima guerra mondiale, cosa sarà mai per lui un'isola deserta? Magari gli vien da scrivere "Si sta come i cocchi sugli alberi dell'isola deserta" ahahaha!
Seriamente, probabilmente se dovessi portare con me qualcosa, sarebbe una chitarra, un libro vuoto e una penna.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, sempre e comunque.
Proprio non riesco a stare per ore a leggere su uno schermo, non so come facciano gli altri, ma dopo poco i miei occhi tendono a morire.
Questo però accade soltanto per la lettura, non per altro ahahaha.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando parlo agli altri di me, non mi presento come scrittore, gli dico: "Ah sai, comunque a me piace scrivere..."
Non credo che pubblicare un libro faccia automaticamente di me uno di essi, ma se così fosse fatemelo sapere, che inizio a vantarmene! Ahahaha!
Comunque ho iniziato a scrivere perché avevo bisogno di un modo per esplicare i miei sentimenti ad una persona.
Dopodiché ha iniziato a piacermi scrivere, tanto che ho iniziato ad affiancarmi anche a tutt'altri temi.
Le parole ragazzi, possono ferire quanto rincuorare, ed è interessante sapere che la scelta di come utilizzarle spetti a noi.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come ho risposto al messaggio precedente, tutto è iniziato per una persona.
L'idea di scrivere un vero e proprio libro nasce dalla mia volontà di creare una vera e propria raccolta di quello che ho scritto e dalla voglia di dimostrare a me stesso che potevo farcela.
Un aneddoto? mmh beh, diciamo che durante la stesura del libro tendevo a fare orari improponibili, quindi se mi vedevano per strada e mi salutavano, io rispondevo in un modo del tutto anonimo, tanto da sembrare uno zombie, ahahahaha.
No, seriamente, aneddoti veri e propri DURANTE la stesura del libro non ne ho, ero solo determinato a realizzare quello che per me era diventato un obbiettivo: Un sogno.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Saprò rispondere a questa domanda soltanto quando avrò una copia definitiva tra le mie mani.
Per il momento sono contento del risultato e sono eccitato all'idea di sapere che da un momento all'altro qualcuno possa ritrovarsi una copia di esso e giudicarlo.
Mi basta anche solo un "Marco Capasso? E mo' chi è questo?" ahahaha.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia sorella.
Lei è stata la prima a cui ho raccontato del libro ed è stata la prima a leggere le prime pagine.
Molti ancora sono all'oscuro di tutto ciò.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sembra un'idea interessante per chi è affetto da handicap visivi o per chi ancora oggi ha la sfortuna di non saper leggere.
È un nuovo modo di acculturarsi e per immergersi in "mondi fantastici", quindi ben venga, anche se io personalmente, nonostante sia una persona "giovine" preferisco i metodi classici.
Non ho mai provato, ma conoscendomi, so che finirei col perder il filo del discorso dopo un certo punto.
Certo, se poi a leggere il tutto è la voce di persone come Luca Ward, Alessandro Campaiola ed altri così, forse potrebbe finire diversamente ahahahaha!
 
 

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Mercoledì, 20 Febbraio 2019 | di @BookSprint Edizioni