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16 Feb
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Intervista all'autore - Arianna Firrisi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata in un piccolo paese a sud della Sicilia, sono cresciuta in una famiglia meravigliosa da cui ho imparato ad essere la donna che sono diventata oggi. Nessun episodio struggente, sono cresciuta in un ambiente sereno con una sorella e un fratello che oggi sono diventati la parte più bella e solida di me. Ho scelto di trasferirmi a Roma per completare il mio percorso di studi, fare una nuova esperienza di vita, voltare pagina, crescere e lavorare per crearmi una vita propriamente mia. La filosofia è stata la guida in tutti questi anni di studio, è stata la chiave per guardare il mondo con i miei occhi, con sguardo autentico, ed è proprio da questa prospettiva che nasce l'idea di questo libro.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei innanzitutto di leggere, perché ogni libro permette di scegliere il modo in cui si vuole entrare in una storia. Immaginare e pensare sono i risultati più belli a cui si riesce ad arrivare solo grazie alla lettura di un buon libro. Forse sono un po' influenzata dalle mie letture passate, ma penso che da adolescenti sia necessario leggere "Il piccolo principe" e paradossalmente "Così parlò Zaratustra", sono dei testi che hanno profondamente influenzato la mia adolescenza, aprono riflessioni e mondi nuovi, e li consiglierei sempre. Ma ripeto, ogni libro, anche una bella trilogia, sono fondamentali per conoscere tutti i viaggi che la nostra mente potrebbe farci fare.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Non so se la risposta sia banale, ma io sono affezionata alla carta, il profumo delle pagine, il segno sul libro, sono la cornice di una buona lettura. Indubbiamente è una bella svolta, ma non sono così entusiasta che sia tutto digitale, rischiamo di intrappolarci in un mondo troppo freddo, il libro è calore secondo me, riprendere un libro vecchio già letto, sfogliare le pagine ci riporta a quel momento in cui lo avevamo letto, rievoca i ricordi, lo schermo resta sempre un filtro, una separazione tra la storia e le nostre dita, toccare le pagine secondo me ci avvicina alla storia, ci fa sentire parte delle storia, diventano le nostre storia.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Amo la lettura, ma non avevo mai pensato di scrivere qualcosa, anche se è sempre stata una parte di tutti i sogni che ho ancora da realizzare. È stata una bella sfida, e sicuramente non l'ultima. Tengo tanto all'argomento e mi piacerebbe tanto non fermare qui tutto.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Posso prima dire chi mi ha spinta a scrivere piuttosto che cosa. Indubbiamente mio padre. Lui ha sempre pensato che avessi qualcosa da dire, è stato lui a mettermi in testa questa idea, mostrando fiducia e credendo in me e nel fatto che avessi la capacità di scrivere soprattutto di ciò che più mi preme e ciò di cui maggiormente mi sono appassionata nel corso degli anni.
Per ciò che riguarda il cosa, direi che il desiderio di aprire nuovi scenari alla filosofia, svecchiarla e tentare di guardare alla possibilità di un nuovo approccio interdisciplinare nelle università, è stato ciò che maggiormente mi ha spinto a far diventare pubblico questo lavoro. Denuncia e riflessione, questo è il punto.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Guardare al nuovo, riprenderci il presente, riconsiderare i sistemi che caratterizzano la società, rifondare il sapere e il linguaggio, recuperare l'idea di diversità, riabilitare le categorie rimaste al margine. Eliminare la centralità dell'idea che normale sia ciò che è comune, l'idea che il modello da seguire sia l'Uomo maschio, bianco, eterosessuale, cristiano e occidentale. Guardare oltre, rifondare, risistemare, aprire.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Sicuramente è il frutto di un percorso di studi, al termine del quale sono giunta alla conclusione della necessità di dire ciò che ho da dire, scriverlo, ho sognato di avere un modo per dar voce alle mie idee, e questo testo è il compimento di un desiderio.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Non uno in particolare, ma sicuramente le lezioni di Filosofie Femministe e studi di Genere, mi hanno aperto un mondo nuovo, scrittrici moderne e innovative, sono state la molla a scrivere e mettere le mani in pasta.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Questo testo nasce come un lavoro di tesi, quindi certamente sì, spesso ho pensato di smettere, di cambiare argomento, sia per la difficoltà sia per il rischio di presentarmi con un testo rivoluzionario, forse troppo.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Nietzsche, forse un po' paradossale visto il contenuto del mio libro, ma per me è l'autore rivoluzionario per eccellenza, ha evocato il mio spirito ribelle già da adolescente. Ma Agatha Christie e i suoi gialli sono tra i miei libri preferiti, e come non ripensare a Jane Austen (Emma in particolar modo).
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una bella novità, ma anche qui, la lettura è un'altra cosa. Potrebbe essere usato come un aiuto per chi ha difficoltà, ma in generale sono pro-lettura diretta, forse un po' schierata, ma per me i libri sono meravigliose "creature",  vanno assaporati e vissuti. Forse potrebbe impigrire tutto questo agevolare, ma ovvio che è il mio punto di vista.
 
 
 

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