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02 Feb
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Intervista all'autore - Simone Anzoino

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Beh, domanda abbastanza difficile. Mi reputo una persona abbastanza semplice, almeno in apparenza. Non amo parlare molto di me, sono abbastanza riservato. Scrivo fin da piccolo sceneggiature e racconti, vengo da Taranto , ma lì la mia “arte” non si sarebbe mai potuta sviluppare. La mia scrittura ha iniziato a prendere forma solo al mio arrivo a Bologna , dove attualmente vivo. Non sapevo di dover diventare scrittore, la mia più grande passione è il cinema, e continua ad esserlo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento prestabilito, anzi arriva così da un momento all’altro.
Quando nella mia testa suona la melodia la trascrivo immediatamente su qualunque cosa
abbia a disposizione. Di solito il momento da me preferito è la notte.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non credo di avere un autore contemporaneo preferito. Amo la scrittura macabra di Stephen King e la crudeltà di Bukowski ma in età contemporanea non ho trovato una fonte di ispirazione. Anche se non contemporaneo, Howard P. Lovecraft tormenta ogni giorno i miei pensieri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
È nata come sfida. Volevo mettermi alla prova e capire se quello che faccio ha davvero le potenziali che io non ho mai saputo trovare.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Beh sicuramente influisce ma non nel mio caso. Vengo da una famiglia non povera ma neanche ricca, nella norma possiamo dire. Ma nella mia formazione letteraria, ho sempre
cercato quello che più mi ha potuto rappresentare.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo entrambi. Nelle mie opere realtà e sogno sono tutt’uno. Mi piace raccontare episodi di vita mescolati a quello che la mia mente produce. Mi piace vedere due punti di vista: realtà per quello che i miei occhi fisici vedono e quello che i miei pensieri modellano rendendo l’immaginazione ancora più reale della realtà stessa. Io credo che non si scriva per evadere dalla realtà o almeno non è il mio caso. Io scrivo quello che le mie parole non hanno mai avuto il coraggio di dire, sì magari c’è della fantasia nelle mie opere ma quella fantasia è comunque reale.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C’è molto di me, ma anche delle persone che amo o che odio.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Credo di sì. Se non fosse stato per la mia Elisa non avrei avuto il coraggio di far pubblicare nulla .
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mio nonno ha letto la mia prima raccolta.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo di no, ma se può essere d’aiuto alle nuove generazioni nell’avvicinarsi alla lettura,
può essere un passo in avanti
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non so molto sull’argomento, ma è un’idea originale.
 

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Sabato, 02 Febbraio 2019 | di @BookSprint Edizioni