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01 Feb
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Intervista all'autore - Piero Chiarelli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è il mio lavoro quotidiano, è il registro della mia vita mentale e della mia attività scientifica.
Negli articoli e libri scientifici che pubblico finiscono tutte le mie analisi, le mie analisi matematiche, il divagare della mia mente tra equazioni folli con indici e sotto indici, dove bisogna stare attenti ad ogni virgola e capello (perché cambiano significato per un nonnulla) che spiegano l'emergere della vita dal caos e finiscono alla gravità quantistica dove l'equazione di Einstein viene unificata alla meccanica dei quanti.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Quasi tutto, perché la scienza non è acqua, e dopo il grande tormento delle folli equazioni matematiche dello spazio quadrimensionale curvo e della termodinamica del non-equilibrio, da esse in realtà si deducono indicazioni utili per il progresso personale, della società, e della propria coscienza. Dalla conoscenza che ne deriva ho potuto progettare e costruire la casa in cui abito, fondare società che hanno in via di commercializzazione prodotti innovativi a base di gels biocompatibili per la cura di patologie attualmente incurabili come le parodontiti e perimplantiti, le grandi ustioni e il rilascio di antitumorali locali, che debilitando la massa tumorale lasciano al malato una vita accettabile durante la chemioterapia.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Provare che i fenomeni, la cui descrizione è basata su complicati modelli matematici, possono essere spiegati con parole e con concetti semplici a tutte le persone. Su questo meccanismo di ridistribuzione del sapere si basa la speranza del progresso, e di una umanità migliore in futuro: per avere prova di ciò basta pensare che i liceali di oggi posseggono le conoscenze matematiche di Galileo Galilei e Newton.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo non è mai semplice perché è una sintesi estrema del messaggio che si vuol trasferire con in più la necessità di generare con immediatezza la giusta idea e sensazione emotiva nella mente di chi legge.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il Vangelo. Scienza e sapienza non si contraddicono mai.
 
6. Ebook o cartaceo?
Il cartaceo è un tesoro che puoi portare con te. L'Ebook necessita di strumenti elettronici che non sempre possono o potrebbero essere disponibili.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È il destino obbligato di un amore per la scienza e la fisica che producono sapere che non vale nulla se rimane sconosciuto.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Mentre parlavo alla mia cara moglie, una persona non laureata ma intelligentissima, che ha avuto la pazienza di ascoltarmi e (soprattutto) capire cosa dicessi riguardo all'orizzonte temporale, limitato, del libero arbitrio, alla percezione del tempo dopo morti, alla materia come "cenere" del big-bang ed alla possibile fine dell'universo, mi ha sfidato: è possibile che tutti ricercano, chiedono soldi alla TV, ma alla fine non trovano una cura sui tumori e si finisce per investigare sulla mosca del vattelapesca e mille altre cose che non servono a nulla? A cosa serve tutta questa scienza che ti è tanto cara? La mia risposta è stata questo libro. Chi legge questo libro, alla fine della sua lettura non sarà la stessa persona che ha iniziato a leggerlo. Capire non solo le ragioni ingegneristiche dietro il crollo, ma tutte le dinamiche mentali di chi doveva controllare il ponte Morandi, apre un mondo nuovo dove tutte le debolezze umane escono allo scoperto e, siccome non puoi cambiare ciò che non conosci, la sua divulgazione è un mattoncino sulla strada del progresso sociale e del benessere, alla fine anche psicologico, dell'uomo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È come far nascere un bambino, non è mai adulto e completo fino in fondo.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un qualcosa in più che si aggiunge all'Ebook, ma resta circoscritto ad una platea limitata.
 

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Venerdì, 01 Febbraio 2019 | di @BookSprint Edizioni