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07 Dic
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Intervista all'autore - Walter Brandani

1.Com’è nata l’idea di questo libro?
Andare al cinema è una delle mie più grandi passioni e ogni volta che guardo un bel film provo emozioni e sentimenti sempre nuovi, sempre diversi. Così da anni, forte della mia personale esperienza, propongo spesso a bambini, adolescenti e adulti la visione  condivisa di alcuni film, sia come esperienza culturale sia come preziosa occasione educativa. L’idea di scrivere questo libro nasce quindi dall’interesse non solo per il cinema ma anche per l’educare.
Tra le pagine presento alcune riflessioni su come un buon film, accompagnato da una scelta consapevole di adulti che condividono l’esperienza del vedere, possa ad esempio aiutare un bambino ad esprimere un sentimento, un adolescente ad affrontare qualche timore o un adulto a riflettere sul proprio modo di essere.

2.A chi si rivolge?
 Il libro si rivolge non solo ai professionisti dell’educazione e della formazione ma anche ai genitori, cioè a tutti coloro che fanno dell’educare un aspetto importante della vita.
I primi due capitoli, dove affronto i meccanismi psicologici che si attivano durante la visione e dove descrivo come si può educare utilizzando un film, sono suddivisi per fasce d’età (infanzia, adolescenza, età adulta), così che ogni educatore (genitore, insegnante, operatore, psicopedagogista...) possa approfondire tali aspetti anche in base al proprio ambito lavorativo o all’età dei figli. Il terzo capitolo - dedicato a una rassegna di settanta film dove trovare utili indicazioni circa i temi educativi presenti in ciascuno - oltre a voler essere uno strumento operativo per chi desidera approfondire alcune tematiche, può rivelarsi occasione per vedere (o rivedere) alcuni film e condividerne le sensazioni e le emozioni che tale visione hanno suscitato, perché una buona educazione può anche passare da una BUONA VISIONE.
 
 
3.Quale vantaggio potrebbe portare l’utilizzo dei film in ambito educativo?
Una delle grandi opportunità che il cinema offre è quello di permettere allo spettatore di mettersi in gioco partecipando alle vicende narrate, vivendo le emozioni, anche se non in prima persona. I film, entrando a far parte della nostra vita con le loro storie - drammatiche, romantiche, divertenti o tristi - sono capaci di coinvolgerci ed emozionarci. È quindi inevitabile pensare ai film come ad uno strumento pedagogico, perché “non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”. (Ingmar Bergman)
 
4.Quali film tutti dovrebbero aver visto almeno una volta?
Sono tanti i film imperdibili, tuttavia dovendo scegliere mi vengono in mente tre titoli.
Per i più piccoli “Ponyo”, capolavoro del grande regista giapponese Miyazaki; un film per bambini e adulti è “E.T. - L’extraterrestre” di Steven Spielberg. Ma se dovessi indicare solo un titolo, la mia scelta ricadrebbe sul film di uno dei maestri del cinema  François Roland Truffaut “I quattrocento colpi”, creazione magistrale capace di filmare la fuga di un adolescente che giunto davanti al mare si ferma ponendo il suo  sguardo  verso di noi, uno sguardo che arriva ai nostri cuori, uno sguardo che ancora oggi ci interroga
 
5.C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Da quando sono adolescente seguo i cineforum del prof. Angelo Croci, capace come pochi di svelare i segreti dell’immagine cinematografica. Devo quindi anche a lui, non solo la passione per il cinema, ma anche le riflessioni intorno a questo linguaggio e alla “valenza” educativa di un buon film.
 
6.C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
L’episodio che ricordo è collegato non tanto alla scrittura del libro, quanto al cinema in generale. Quando avevo circa otto anni, ricordo di aver visto Guerre stellari e di essere rimasto così tanto coinvolto dalla visione che i personaggi e i temi presenti nel film mi hanno accompagnato per molti anni durante l’infanzia ...dopotutto “I grandi film cominciano quando usciamo dal cinema” (Wim Wenders).
 

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Venerdì, 07 Dicembre 2018 | di @BookSprint Edizioni