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23 Nov
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Intervista all'autore - Lorenzo Cappai

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una passione, mi è sempre piaciuto e sempre mi piacerà. Scrivo di tutto, racconti brevi, poesie, e in questo caso un romanzo. Mi piace molto scrivere perché è un modo per esprimere le mie idee, i miei pensieri, le mie ansie e le emozioni, per questo quando scrivo mi sento sempre calmo e rilassato.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il mio è un romanzo psicologico, quindi è presente un'analisi interiore costante del personaggio. Per analizzare qualunque cosa bisogna conoscerla bene, quindi ho inserito molto di me nel racconto in modo da riuscire a scrivere un romanzo molto vicino alla realtà.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stato molto bello. Lo è stato dall'inizio alla fine, da quando ho avuto l'idea per la base del racconto a quando ho scritto i ringraziamenti. Ho dedicato molto tempo al libro, ma è stato tutto tempo bellissimo.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata la parte più difficile. Avevo poche idee, e devo ringraziare svariati amici per avermi aiutato nella scelta. Lo volevo letterale ma che rappresentasse bene il libro. A proporre il titolo definitivo è stata mia cugina Francesca, l'idea mi è subito piaciuta molto e dopo aver chiesto consigli ad altri amici ho deciso che quello sarebbe stato il titolo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei con me "Il fu Mattia Pascal" di Pirandello, il mio scrittore preferito. E lo vorrei perché Mattia riesce a scappare dai suoi problemi, quindi leggere quel libro potrebbe aiutarmi a trovare un'idea per scappare da quel problema, magari non fuggendo dall'isola deserta ma semplicemente trovando un modo per viverla meglio.
 
6. Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo. L'e-book è comodo in molte situazioni, ma un libro cartaceo è più comodo, ha un buon odore e personalmente mi mette più voglia di leggere. Se avessi possibilità di scegliere, preferirei sempre un libro cartaceo
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In realtà non l'ho deciso. Come detto in precedenza, scrivo da quando ero piccolo, ma solo a questa opera mi sono dedicato con serietà e impegno, quindi ho deciso di onorarla e cercare un editore per renderla pubblica.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce da un sogno fatto una notte, in cui l'architetto di una serie tv progettava una casa seguendo lo stesso progetto particolare presente nel racconto.
Una cosa interessante sta nella parte in cui il protagonista racconta di come ha ottenuto la laurea. Suddivide la storia secondo i 5 anni di università. Io scrivendo avevo inventato un programma distribuito nei 5 anni che mi sembrava logico, ma poi ho cambiato idea e ho deciso di scrivere il percorso vero, per fare un libro più vicino alla realtà. Quando mi sono andato ad informare sul vero programma, ho scoperto che era uguale a quello da me inventato.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È davvero soddisfacente, sono felice di poter stringere il mio libro tra le mani, girare le pagine e sentire il suo odore anziché guardarlo semplicemente al computer da una pagina Open Office.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona ad iniziare il mio libro è stata la mia amica Arianna, che mi ha dato anche moltissimi consigli su come migliorare il linguaggio e vari pareri sugli sviluppi della storia. Il primo a finirlo è stato il mio amico Federico, che da subito mi ha detto le sue impressioni e ciò che secondo lui andava migliorato.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Continuerò sempre a preferire il cartaceo, lo trovo più bello e più comodo dell'audiolibro, anche se devo ammettere che in certe situazioni è meglio ascoltare una storia piuttosto che leggerla.
 

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