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07 Apr
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Intervista all'autore - Giuseppe Martucci

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è dare voce ai pensieri, ai ragionamenti di ogni giorno, alle realtà e alla fantasia.

Scrivere per me è incidere su carta il mio io, le mie emozioni come per un cantante incidere parole su un cd.
Scrivere per me è pura libertà di espressione se genuina e costruttiva come professare, aiutare in qualche modo al migliore chi legge i tuoi racconti.
Scrivere è emozionante si ha la certezza che qualcuno leggerà e si farà delle idee sul libro e sull'autore e moltissimi dei lettori conosceranno chi sono senza che io saprò mai di loro.

 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel mio libro c'è tanto della mia vita reale.

Cerco sempre di essere un uomo giusto, razionale, gentile e provo anche con molta difficoltà a scegliere sempre la strada del bene.
Io sono sempre stato ambizioso e la mia ambizione è quella di essere fra gli uomini migliori in un mondo di persone corrotte perse in se stesse senza riuscire a vedere quella luce di saggezza che alberga in ognuno di noi.

 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivo il mio libro grazie a delle persone che nemmeno mi conoscono e che nonostante ciò hanno creduto nelle mie parole, a cui dico grazie.

Scrivere questo libro per me ha significato credere nel dialogo, i miei pensieri trasmessi e giudicati in totale democrazia da tutti coloro che leggeranno e ne dialogheranno il pensiero soggettivo di ognuno di essi.

 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata la scelta più facile mai presentatasi.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Su un'isola deserta mi farebbe comodo un bel libro che parli di tecniche di sopravvivenza. Non vorrei assolutamente un libro di ricette culinarie.

Ma sinceramente l'unico libro che vorrei con me in quel momento ipotetico è la Bibbia.

 

6. Ebook o cartaceo?
Ebook aiuta il nostro pianeta a diminuire il disboscamento e la produzione di carta.

Ma un vero libro fra le mani accende i sensi, tatto, sentire l'odore della carta e dell'inchiostro, vedere i colori accesi e sbiadirsi col tempo, tutta un'altra storia.

 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non credo di avere intrapreso la carriera di scrittore sono ancora al mio primo libro.

Scrivere mi piace, fa bene e non danneggia né l'uomo e nemmeno il pianeta.
Continuerò a scrivere.

 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea del libro nasce fra un dialogo con me stesso e autogiudicarsi non fa male.

Autogiudicarsi è costruttivo e rafforza il carattere.
Camminavo per la strada in una delle bellissime strade della mia Siracusa in Sicilia. Ero in macchina c’era un po’ di traffico e ho visto un anziano vendere una manciata di fragole per la precisione una cassetta.
Mi faceva tenerezza sotto il sole ad aspettare che qualcuno li comprasse al costo di 5€.
Pensavo ok! Qualcuno le comprerà e mentre camminavo ho riflettuto, mi sono detto magari tutti quelli che lo vedono penseranno come me qualcuno li comprerà. Sono sceso e li ho comprati, niente di più semplice e ho reso felice una persona anche per così poco.



 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere pubblicarsi un libro e emozionante e dà un senso di benessere.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona a leggere il mio libro è stata la mia compagna.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il progresso fa bene se usato bene, l'importante è capire cosa sia il bene e saperlo distinguere dal male.


 

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Sabato, 07 Aprile 2018 | di @BookSprint Edizioni