Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
13 Mar
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Diego Balestri

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Vinci il 24 Febbraio del 1975. Fin dai tempi delle scuole medie mi sono sempre appassionato alla lettura. Ho iniziato coi classici per ragazzi come I Tre moschettieri, Viaggio al centro della terra, Capitani Coraggiosi, ed altri. Poi sono passato alla letteratura del brivido. Ho cominciato a leggere gli antesignani del gotico e del mistero, quali Edgar Allan Poe, Ambrose Bierce, H.P.Lovecraft, fino ai contemporanei.
Ho letto Stephen King, Clive Barker, Ramsey Campbell, Dean Koontz, la serie Necroscope di Brian Lumely e molti altri. Ho iniziato a stilare i primi racconti con una macchina da scrivere, poi nel 1995, al primo anno di Università, ho comperato un computer ed ho iniziato a scrivere con quello, e del resto, con l'allineamento del testo e la revisione è molto più bello e comodo.

 

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Io scrivo nei ritagli di tempo. Quando mi capita, previo impegni di lavoro. Di solito la sera dopo cena o nel pomeriggio tardo. Quando ero studente ed avevo più tempo libero a disposizione scrivevo anche la mattina. Ho sempre lavorato nell'ambito dei beni culturali ed ho svolto diversi impieghi nell'arco della mia vita. Ho sempre scritto ed ho pubblicato i miei primi racconti sul web, fino a pubblicare con una casa editrice. Poi ho incontrato la Booksprint, che mi ha dato questa occasione. E' una bella soddisfazione pubblicare un libro.


 

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Io ho sempre prediletto il noir. Comunque, ho letto anche autori di avventura come Clive Cussler e Ken Follett. Mi piacciono le storie coinvolgenti e che hanno una bella trama intrigante.


 

4. Perché è nata la sua opera?
Scrivere noir e gotico è un po' un modo per esorcizzare le paure. In fondo, nell'arco dell'esistenza troviamo cose belle ma anche cose brutte. Scrivendo del soprannaturale per me è un sistema per allontanarsi dalla cupa realtà e rifugiarmi in un mio mondo. Ma anche un modo di parlare dei problemi della società. Infatti, nelle mie storie oltre alla componente gotica vi sono anche narrate le vite travagliate dei personaggi, che combattono quotidianamente coi loro problemi e le loro angosce. Si trovano ad affrontare la parte peggiore dell'essere umano: l'invidia, la stupidità, l'egoismo, l'opportunismo e l'incomprensione, oltre che i drammi del mondo del lavoro.


 

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Io sono sempre stato una persona molto sensibile. Da adolescente, mi ritrovavo coi miei amici e ci guardavamo dei film horror in videocassetta. Poi ho sempre letto tanto, però ho sempre adorato i romanzi del brivido. Come nelle mie storie, anche i grandi autori americani e non, mescolano questione soprannaturale agli aspetti della vita reale con tutti i suoi problemi. La vita, con le sue gioie e i suoi piccoli e grandi drammi. Come ho già detto, la mia scrittura è un modo di esorcizzare queste paure ma anche un modo di rappresentare la realtà. Realtà che talvolta per la sua crudezza mi spaventa.


 

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Come ho già specificato, scrivere per me è un modo per evadere dalle bruttezze della vita quotidiana. Ma anche una denuncia della società. Nelle storie dei grandi autori americani e non, i personaggi con tutti i loro problemi riflettono tutte le sfaccettature della vita quotidiana. In fondo, quando io mi introduco nella narrazione è come se fornissi un quadro della situazione e di tutte le varie problematiche che ruotano intorno ad essa.


 

7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non ci sono personaggi particolari nei quali mi rispecchio. Quando scrivo utilizzo quasi sempre l'ambientazione americana dal momento che la mia formazione letteraria un po' mi ha spinto verso l'anglofilia. Leggendo i libri e vedendo anche molti film del brivido ma anche pellicole su questioni molto importanti mi sono immedesimato nelle storie. Come ho già detto, sono una persona che ha molta fantasia ma del resto purtroppo per me sono anche molto sensibile. talvolta mi immedesimo molto in ciò che leggo o ciò che guardo alla televisione. Adoro il noir ma anche i gialli ed i film che vertono su questioni sociali. La mia individualità si manifesta nella narrazione impersonale, nella voce del narratore.


 

8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Come ho già detto, i grandi scrittori hanno contribuito alla mia formazione. Sul soprannaturale-thriller hanno contribuito tutti quelli che ho letto, Da Poe fino a King, Clive Barker, Cornell Woolrich, Dean Koontz. Ho letto anche Peter Hoeg, Camilla Lackberg, John Grisham, Robert Ludlum, e molti altri. Ho letto anche molti autori della narrazione contemporanea quali Ken Follett e Clive Cussler.


 

9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Le prime storie le ho fatte leggere ai miei genitori, ed ai miei amici. In fondo, le persone che ti stimano e che ti stanno vicino forse sono i critici migliori. Comunque, dal momento che ho intenzione di continuare a scrivere, cerco di leggere il più possibile e di spaziare fra vari autori. Come consigliano i grandi autori, bisogna leggere molto per imparare a scrivere bene.


 

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il libero cartaceo ha il suo innegabile fascino. E questo sono in molti a riconoscerlo. Però, questo è più che certo, l'e-book si sta diffondendo sempre più, dal momento che la tecnologia si sta facendo largo campo in questi ultimi anni. Un libro stampato resterà sempre il libro stampato, comunque l'e-book ha intrinseca una potenzialità che finora forse è stata sottovalutata.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Leggere è molto più serio ed impegnativo dell'ascolto, questo è certo. Leggere un libro di un autore di un certo livello è molto importante. Comunque, anche l'audiolibro rappresenta di certo una frontiera nuova che forse ancora è sottovalutata. La scrittura è una bella cosa, e del resto sono profondamente convinto che tutte le nuove strade della tecnologia devono avere il loro spazio e la loro attenzione.

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Martedì, 13 Marzo 2018 | di @BookSprint Edizioni