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07 Mar
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Intervista all'autore - Dario Boer

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un modo per raccontare il mondo che mi circonda, ma allo stesso tempo per parlare di me stesso, è sempre stata un'impresa ardua farlo a parole, ma poi mi sono reso conto che con le mani su una tastiera era molto più semplice.


 


2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Più di quanto si possa immaginare: i miei personaggi non sono mai persone della vita reale, ma sono frutto di un incrocio tra più persone che ho conosciuto, le cui caratteristiche si mescolano fino a creare personaggi completamente nuovi e rendere quasi impossibile comprendere chi mi ha ispirato.


 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Tanto, ma tanto divertimento. Ho vissuto un'avventura ancora più grande di quella affrontata dai protagonisti, perché ero io a crearla.


 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Nessuna delle due opzioni: non riuscivo minimamente a trovare un titolo, tutti quelli che mi erano venuti in mente erano banali, finché un amico mi ha proposto quello attuale e subito lo ho adorato.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Credo che mi piacerebbe avere con me "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien.

L'opera è imponente e si può rileggere più volte sotto vari punti di vista, ammirando un mondo che spesso mi chiedo se non sia esistito veramente.

 

6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo. Chiamatemi antiquato, ma avendo letto libri in entrambi i formati mi sono sempre trovato meglio a leggere in cartaceo.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Premettendo che non considero la pubblicazione di un libro una carriera, ho deciso di scriverlo per svago, per passare le serate da solo e per vivere fantastiche avventure assieme ai miei personaggi.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Era il luglio 2013 e mi trovavo in Inghilterra, presso il college di Culford, in una vacanza-studio con degli amici. In un momento di pausa stavamo condividendo un sacchetto di orsetti gommosi (talvolta appaiono tra le mie pagine), quando penso che sarebbe fantastico avere delle capacità sovrannaturali e stare in quel college per imparare a utilizzarle. In questo modo ho iniziato a pensare alla storia come svago, ma dopo un anno ho deciso di metterla per iscritto e così è cominciato tutto.


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Senza dubbio è un'emozione incredibile, mi ha fatto davvero impressione vedere un libro con il mio nome sopra e, all'interno, parole uscite dalla mia testa, soprattutto dopo averle viste per anni solo sul monitor del computer.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio padre. Gli leggevo sempre i capitoli man mano che li finivo e alla fine, prima di cercare una casa editrice quel pover'uomo lo ha riletto, per correggere i refusi e darmi eventuali consigli per migliorarne la forma.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che un audiolibro non sia la stessa cosa di un libro o di un e-book. Leggere un libro è molto differente dall'ascoltare una persona che lo legge. Tuttavia può essere un'esperienza interessante. Ho ascoltato una decina di audiolibri in inglese con il testo in italiano in mano e ho potuto migliorare il mio inglese.

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Mercoledì, 07 Marzo 2018 | di @BookSprint Edizioni