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28 Ago
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Intervista all'autore - Pinuccia Giovine

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Io sono stata da sempre un'accanita lettrice, i libri mi hanno accompagnato per tutta la vita e mi hanno fatto provare emozioni grandissime. Scrivere però, è tutt'altra cosa, scrivendo riesco ad estraniarmi completamente dal mondo e i personaggi del racconto prendono vita, io vedo i loro volti, le loro espressioni, li faccio parlare, agire e tutto questo è veramente bellissimo.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Nel libro "Gli abissi del male" della mia vita reale in realtà c'è molto poco, se non i luoghi di cui parlo, le vigne, le colline, il paese dove si svolge la storia, ma per quanto riguarda il resto è frutto di fantasia.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Come ho già detto prima scrivere è sempre un'emozione grande che ti prende e ti coinvolge, questo libro non fa eccezione, come gli altri è sbocciato dalla mia fantasia ed ha preso vita. Scrivere significa molto per me e quando rileggo i testi, provo le stesse forti emozioni che ho provato scrivendo.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Sembrerà strano, ma di solito, prima di iniziare un libro so già quale sarà il titolo ed è la prima pagina che scrivo.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Questa è una domanda veramente difficile perché gli autori che amo sono tanti e i libri pure per cui credo di non peccare d'orgoglio dicendo che porterei il primo libro che ho pubblicato e che essendo autobiografico mi ricorda tante cose, così facendo sentirei meno la solitudine che per me sarebbe una condizione veramente grave.



6. E-book o cartaceo?

Io amo molto il cartaceo, mi piace il profumo della carta e tenere in mano il libro, indubbiamente però l'e-book ha dei grandi vantaggi, di praticità e anche economici.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Sono diventata scrittrice abbastanza tardi, voglio dire cioè che non ero più giovanissima. Non c'è stato un momento preciso in cui ho deciso in questo senso, ma è una cosa che è nata in modo naturale e io stessa ne sono rimasta stupita. Mia figlia dice che sono diventata tale da quando abbiamo spostato il negozio di fiori nella casa dove è nacque e visse Giovanni Battista Giuliani, grande letterato e studioso di Dante ai primi dell'ottocento. lei sostiene che è lui che mi dà l'ispirazione. Sarà così?



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Quando ho iniziato a scrivere "Gli abissi del male", era mia intenzione creare una storia diversa con personaggi nuovi che esulasse dalle altre dove il protagonista è sempre il commissario Bentivoglio. Piano, piano, ha preso forma questa vicenda un po' fuori dai soliti schemi e mi è piaciuta subito, così ho continuato. I miei libri li scrivo sempre in negozio, quando ho un momento libero, per cui anche quando scrivevo questo, approfittavo dei ritagli di tempo che mi concede la mia attività di fiorista. Ricordo che un giorno erano circa le diciannove quando ho iniziato a scrivere, presa dal racconto non mi sono resa conto del tempo che passava e quando ho alzato gli occhi ho visto che era buio così ho chiuso tutto e sono corsa a casa.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Credo che gli scrittori, sia quelli famosi sia quelli agli esordi scrivano proprio per questo, per provare cioè la meravigliosa sensazione di vedere il lavoro che prende vita e diventa un libro. Naturalmente io non faccio eccezione.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Tutti i miei libri vengono letti da mia figlia, anche lei come me è un'accanita lettrice, ci tengo molto perciò ad avere il suo parere.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Penso che sia una buona cosa. Sono molte le persone che pur amando i libri non possono leggerli, per problemi legati alla salute e perché comunque preferiscono adagiarsi in poltrona, chiudere gli occhi e ascoltare. 

 

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