Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
17 Dic
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Gelsomina Perilli

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nata e cresciuta a Calvello, un borgo della provincia di Potenza che conserva un importante patrimonio storico, culturale ed artistico oltre ad un aspetto caratteristico ed affascinante grazie alle sue case in pietra e vicoli raggiungibili solo a piedi. All'età di ventisei anni ho dovuto strappare le mie radici senza, però, mai reciderle, e allontanarmi dai miei affetti. Motivo, purtroppo, alquanto comune nel sud Italia per i giovani in cerca di occupazione.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Ce ne sarebbero diversi, ma riporto solo quelli a me più cari: “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéri, “Il ritratto di Dorian Grey” di Oscal Wilde, “Il signore delle mosche” di William Golding, “Le notti bianche” di Fedor Dostoevskij, “La strada” di Cormac McCarthy.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Penso che del libro cartaceo non esiste e non esisterà mai una reale perdita. E' solo una forma di adattamento della società attuale che corre e un pò rincorre i binari del progresso, della comodità, della moda e della celerità. Un buon libro non può e non deve mai spegnersi, anche in assenza di segnale o in stato di batteria scarica.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Al principio è un colpo di fulmine poi diviene un amore ponderato, un po’ come la differenza tra innamoramento e amore. Cit. Tra ombra e luce tra innamoramento e amore. Per me è stato così.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Ritengo che scrivere non sia una scelta ma una condizione, o meglio una vocazione. In particolare, però, con questo libro ho voluto dimostrare a me stessa che attraversando i sentieri dell'oscurità potevo riportare alla luce una nuova forma espressiva. Era troppo in fermentazione per lasciarla sonnecchiare. È lei che ha scelto me, non il contrario: l'illustre ed insigne Poesia.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Riscoprire la poesia. Penso che questo libro non vada solamente letto, ma anche studiato. Addirittura qualcuno della mia casa editrice l'ha consigliato alle scuole superiori per abituare, ha detto, lo studente a quella musicalità che spesso manca del tutto nel semplice studio scolastico della letteratura. Sarei veramente felice se arrivasse nelle mani della mia ex docente di italiano.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

 

A differenza, forse, di molti scrittori io ne ho preso coscienza nel corso della mia vita anche se, come ho raccontato più volte, in realtà è nata per caso o per meglio dire per ammazzare il tempo mentre ero in attesa di un pullman che tardava ad arrivare, sotto una pensilina senza posti a sedere.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

In realtà tutto ciò che racconto nel libro lo ricordo con piacere in quanto frutto del mio vissuto e molte liriche, invece, raccontano di fatti quotidiani vissuti anche con persone conosciute per caso, come i due poemi dedicati alla signora Alfonsina, una simpatica ultraottantenne.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Di non portarlo a termine mai, non è proprio nella mia indole iniziare qualcosa e non completarla ma di non riuscire ad ultimarla nei termini da me prestabiliti, sì. Purtroppo per motivi di lavoro ho dovuto interrompere la stesura che ha penalizzato diversi anni di attesa.



10. Il suo autore del passato preferito?

Il sommo poeta Dante Alighieri.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Purtroppo o per fortuna io sono un po’ più tradizionalista e un libro desidero leggerlo a modo mio, con il suono della mia voce verbale e mentale, con i miei tempi e le mie pause. Sarebbe come indossare abiti di un altro e quindi non mi sentirei a mio agio.

 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Articoli correlati (da tag)