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05 Nov
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Intervista all'autore - Angelo Lepri

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Quando scrivo provo varie emozioni, e l'emozione varia perché in base a ciò che scrivo provo un sentimento diverso da un altro, posso sentire la tristezza quando racconto momenti di angoscia e sofferenza, oppure mi sento felice quando scrivo aneddoti divertenti sui personaggi. In realtà è come se avessi una doppia vita quando scrivo, perché mi immergo in un mondo completamente differente dalla realtà, è come se attorno a me ogni cosa cambiasse forma e prendesse forma la storia che racconto. È come avere una doppia vita tra Realtà e Fantasia.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Nel libro ci sono riferimenti, non tanto alla mia vita, quanto alla mia persona, in ogni personaggio è nascosta una parte di me, dal personaggio più ammirevole al personaggio più spietato. Ci sono pezzi della mia, oserei dire, anima all'interno di questo libro. Poi chiaramente, ci sono personaggi ispirati a persone realmente esistite che mi hanno accompagnato durante gli anni.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Ha significato molto per me, perché ho creato questa organizzazione che difende i più deboli e che combatte per la libertà dei popoli. E all'interno ci sono dinamiche assolutamente differenti dal resto del mondo, è un'opera che sento molto perché tra l'altro ogni personaggio porta in sé qualcosa di me. Dal personaggio più amorevole a quello più spietato c'è sempre una piccola parte di me.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata difficile all'inizio dell'opera dopodiché è diventato sempre più chiaro nella mia testa che il Titolo doveva rispecchiare ciò che volevo presentare come principale soggetto della stessa.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Vorrei poter portare un libro a caso di J.K. Rowling o portare direttamente l'autore inglese Ken Follet. Ho adorato la trilogia di libri di quest'ultimo e ho passato la mia infanzia fra le storie del Maghetto.



6. E-book o cartaceo?

Qualche anno fa avrei risposto cartaceo, ma ad oggi credo che siano due alternative eguali, la prima aiuta magari a salvaguardare l'ambiente e poi è anche più comodo, dall'altro lato c'è l'odore di un libro appena aperto e il piacere di avere tra le mani un prodotto consistente. Nel complesso io preferisco entrambe le opzioni perché sono entrambe valide.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Io scrivo da quando ho 15 anni e ho sempre sognato di poter scrivere e condividere le mie storie con gli altri e alla fine mi sono ritrovato con un libro completato, non sapevo se tenerlo per me o renderlo pubblico, così ho deciso di mettermi alla prova.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Il libro nasce da una serie di vicende che si sono susseguite durante questi ultimi anni, seguendo i telegiornali e le notizie in generale si sente sempre parlare di guerre continue e ho iniziato a pensare a come potessero vivere quelle persone. Durante il periodo in cui scrivevo uscì un documentario che parlava di una rivoluzione in Ucraina, si vedevano persone disarmate che urlavano "Ri-Vo-Lu-Zio-Ne" e dei militari che andavano contro quelle persone con dei fucili. Mi segnò così tanto quell'immagine che poi mi aiutò a scrivere un capitolo importante dell'opera.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È la realizzazione di un sogno, quindi penso che chiunque abbia un sogno nel cassetto possa immaginare cosa si prova a vedere il proprio lavoro finito e realizzato.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

È stata mia cognata a leggerlo per prima, non tutto chiaramente, ma gli ha dato una buona occhiata e sono stato felice di potergli mostrare cosa avevo realizzato, diciamo che sono soddisfazioni che ti rendono fiero di ciò che hai creato.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Penso che potrebbe diventare la rivoluzione della letteratura moderna, pensiamo magari anche a quei ragazzi che si annoiano nella lettura, questa potrebbe diventare la nuova frontiera per invogliare i ragazzi a leggere più volenterosamente.

 



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Lunedì, 07 Novembre 2016 | di @BookSprint Edizioni

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