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08 Gen
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Intervista all'autore - Luciano Nicastro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me è una appassionante conquista intellettuale e morale, una espressione di sé più matura e più ricca della propria libertà, personalità e creatività in quanto si raggiunge una più chiara lucidità di pensiero e una maggiore capacità di comunicazione. Parlare bene è una virtù, scrivere bene è la perfezione del proprio bisogno di ricercare ed affermare la verità e la forza dei propri sentimenti e valori. L'emozione più forte nello scrivere è data dalla progressiva padronanza di sentire e di farsi capire, di amare e di farsi amare per quel che si è e non soltanto per quel che si dice, per il cuore e la profondità di ciò che si dice e non solo per come si dice, per la quantità delle parole ma soprattutto per la loro qualità. Questo perchè, come dicevano anticamente i saggi: “La scrittura è una avventura ed un'impresa spirituale e sociale e non solo riflessiva, cioè etica, maieutica e costruttiva.




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Sono stato un professore e ho insegnato per molti anni filosofia e storia, scienze della educazione e della formazione, filosofia della religione, sociologia e politica a vari livelli (liceo e università, istituti teologici e facoltà teologica di Sicilia a Palermo. Ho scritto e pubblicato molti libri sulle mie varie ricerche. Sono uno degli studiosi italiani del pensiero di E.Mounier. Sto pubblicando con la BookSprint Edizioni un libro impegnativo e significativo: ”La buona politica e la Casa Comune-breve trattato di filosofia politica di ispirazione cristiana”. Ho pubblicato uno studio nel passato su “La Politica, una passione inutile?”(Itaca ediz.pp.340). Dopo aver studiato il pensiero di tanti filosofi e testimoni impegnati e fondamentali del Novecento, spinto dalla ”nostalgia del futuro”, ho pensato di fare un bilancio degli studi di filosofia politica e di antropologia e di tracciare le linee di metodo e di proposta di una nuova utopia politica di ispirazione cristiana aperta e fondata sul dialogo organico e strutturale tra fede e ragione e tra Ragione e Rivelazione senza cadere nei fanatismi e nelle illusioni ideologiche delle pretese veritative autocefale e autoreferenziali. Superando la guerra permanente e anacronistica della contrapposizione tra laici e cattolici della MODERNITA' si è inteso indicare un nuovo corso comune, dialogico e critico veritativo e strategico a livello di convergenza delle vecchie filosofie separate e astratte con un approdo nella MODERNITA' CONCILIARE per edificare La Casa Comune di cui ha profetizzato Papa Francesco(J.M.Bergoglio).Viene riproposto, senza cadute integriste e teocratiche, il fascino perenne di Gesù Cristo, Via,Verità e Vita, anima e speranza di Civiltà e forza di cambiamento dei poveri e dei disperati del nostro triste Mondo Globale.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Ho sentito che partecipavo ad una nuova fase della mia maturità intellettuale e morale quella della creatività formativa, oblativa e politica in senso alto e impegnativo passando dallo studio e dalla ricerca autoreferenziale alla missione civilizzatrice del dotto che non impone da saccente una scoperta ed una propria verità ma la propone come sentiero maieutico e la indica non come sogno utopistico di fuga dalla realtà ma come nuova utopia ricostruttiva e impegnativa per un nuovo MONDO GLOBALE di solidarietà e di pace, di armonia e felicità per tutti.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Il titolo è stato scelto dopo un lungo, e in un certo senso ,tormentato "labor mentis et limae". Ho cercato di strutturare una tematica appassionata che da tempo frequentavo e approfondivo con la ricerca del vero dell'attualità e non solo del nuovo. Alla fine si è imposta in me una luce, una rivelazione intellettuale, l'esigenza di un grande compito e di una felice testimonianza. 5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché? Con convinzione e lunga meditazione indico come Pellegrino di Responsabilità e di nuova speranza, fraterna e mondiale, Il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio Vivente, Luce di sempre nuove civiltà e seme dell'Umanesimo eroico perché ha detto e testimoniato che non esiste amore più grande di quello di Colui che dà la vita per i suoi amici e perdona i suoi nemici. Vorrei avere con me inoltre le luci che come stelle da Lui sono venuti nella storia, i giusti, i profeti, i filosofi e i testimoni. Fra questi E.Mounier fondatore del Personalismo Comunitario e la sua Rivoluzione personalistica e comunitaria e nel presente storico la lucida e realistica profezia di Papa Francesco e della sua enciclica "Laudato Si".



6. E-book o cartaceo?

La scelta non è ideologica o mitica. Bisogna passare alla comunicazione differenziata e plurale. In altri termini rivalorizzare il libro della via maestra della comunicazione che fa maturare e crescere l'area della libertà e della corresponsabilità a tutti gli arnesi della Società mass-mediatica del Villaggio Globale di cui in Marshall McLuhan. Non esiste un solo strumento né una sola via ma tante vie valide ,fecondi e necessarie. Gli e-book e gli audiolibri ne sono una promettente sperimentazione.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non ho mai pensato che fare lo scrittore fosse una carriera di un esaltante cursus honorum ma ho sempre desiderato scrivere per comunicare meglio e rendere visibile un mondo di sentimenti e di idee. Per questo ho sempre pensato che deve scrivere chi ha qualcosa da dire e da comunicare. Nel mio caso un docente si completa come scrittore e lo scrittore vero ed autentico ha come scopo euristico ed ermeneutico l'etica della comunicazione responsabile.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Quando ho pubblicato il libro "La Politica, una passione inutile?(Itaca edizioni,2001) mi sono accorto che pur avendo trattato in un grosso volume la teoria e la prassi, l'educazione e l'istituzione della Politica, indicandone pregi e difetti alla fine il messaggio che è circolato con quel testo era, al di là della lettera e della mia intenzione che la politica era "una passione inutile!", ma io non intendevo dire questo anzi l'opposto. Ora il "Breve trattato di filosofia politica cristiana" del mio attuale grosso volume vuole avere come scopo quello di affermare il secondo tempo di quel discorso sulla Politica, una grande ed alta passione utile e necessaria perché "è la forma più alta della carità umana"(Beato Paolo VI°).



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È una esperienza esaltante e ineguagliabile di paternità spirituale e morale. È però anche, se fatto bene, e ben fatto, una dolorosa, faticosa e laboriosa "via crucis".



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Alcuni miei ex alunni, preparati ed intelligenti.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

La nuova frontiera dell'audio libro è esaltante e appassionante ma se non si lega come base di partenza e orizzonte di comunicazione eticamente libero e ricostruttivo al pensamento del libro scritto, può rischiare di diventare la via cattedratica e dogmatica di un novello e spersonalizzante indottrinamento di una passiva "folla solitaria" e di un esasperato individualismo indifferente di massa.





 

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Sabato, 09 Gennaio 2016 | di @BookSprint Edizioni