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20 Ott
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Intervista all'autore - Arnaldo Palumbo

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Vengo dal sud, sono figlio di ignoti (al sud si chiamano figli della Madonna) e devo tutto a due persone meravigliose che mi hanno adottato con tutto l'amore che i genitori generalmente danno ai figli e anche di più. Mi commuovo quando penso a loro. Sono scrittore solo per hobby perché credo che non si possa vivere senza far niente.

 

Il fare invece aiuta a vivere e poiché col pensionamento non ho impegni di lavoro me li sono creati scrivendo e dipingendo. All’inizio ho cominciato a dipingere, cosa che ho fatto al tempo delle superiori con Giulio, un amico, che frequentava l'accademia di pittura. Fu lui a spingermi, accortosi che avevo delle qualità. Invece l’hobby dello scrivere è più recente, ho iniziato a scrivere per gioco a bordo della nave “Shota Rustaveli”. Prendevo in giro i vari capi dei reparti del Tour-Operator IGV. Poi da pensionato ho scritto la storia della mia vita col titolo “I ragazzi del virgio”, a cui è seguito lo Zibaldone, inedito, una raccolta di poesie sulla realtà quotidiana.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non saprei dirlo, o meglio nessuno e tutti, notte compresa.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Umberto Eco.



4. Perché è nata la sua opera?

Perché ho la presunzione di credere che il pensiero espresso nel libro è mio come può essere di molti altri che definire gli insoddisfatti, senza però farne un problema.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Tantissimo, sono un trovatello che deve tutto ad una famiglia di gente comune, sana moralmente e socialmente, una famiglia di lavoratori che si è tolto il pane di bocca (come si soul dire a Sud) per farmi crescere e studiare.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

È un modo per raccontarla.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Tutto me stesso, sono socievole per natura e amo ridere e scherzare.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Di questa opera nessuno se non la politica, ma dello scrivere per divertimento, il mio amico Cyril Naar che era l'amministratore delegato del Tour Operator “I grandi viaggi” e direttore di crociera. A bordo della nave ho scritto e presentato vari spettacoli quali “Il salone margherita”, “Il ratto delle sabine” e tanti sketch molto apprezzati dal pubblico in crociera.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A mia moglie.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Sinceramente penso e l'ho pure scritto, di oggi c'è poco che m'affascina come il passato, solo i progressi della medicina mi convincono, tuttavia penso che l’e-book abbia le ali per volare.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È più piacevole scorrere le pagine di un libro che ascoltarle ma in auto sono una buona compagnia…



 

 

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Martedì, 20 Ottobre 2015 | di @BookSprint Edizioni