La via del successo è lastricata di delusioni. All’ingresso della libreria c’è la classifica dei libri più venduti, dominata dalle grandi case editrici e da autori di fama. Come possono gli scrittori emergenti arrivare fin lassù? Hanno rifinito il testo per limare ogni imperfezione, hanno aspettato il momento più giusto per inviare il manoscritto rispettando le norme redazionali, eppure i nostri nuovi scrittori non hanno ricevuto alcuna risposta.
La dura legge della classifica degli ultimi libri usciti non lascia scampo: vince chi vende. Più sei in alto, più sei comprato, recensito e (forse) letto. E se prima è la cuoca tv, secondo il calciatore, e terzo il tronista, è legittimo chiedersi quanta qualità ci sia dietro l’ennesimo “libro rivelazione dell’anno”. Molti di quei titoli non sopravvivranno al prossimo inverno. Molti di quei lettori non entreranno in libreria l’anno prossimo.
Ogni autore vuole che le sue idee trovino compimento sulla carta. Che si tratti di uno scrittore emergente o con anni di esperienza, dovrà dedicare molto tempo alla prima stesura, e ancora tempo a rinforzarne la struttura. Dopo parecchi mesi di dedizione, la creatura è compiuta: si alza in piedi, respira, è viva - o almeno si spera sia così. Solo poche di queste creature riescono a entrare in una casa editrice per diventare un libro stampato.
Ma come fa un'idea a diventare trecento pagine di romanzo? è tutto frutto del fuoco della creazione o c'è qualcosa di premeditato?
Si è chiusa questo pomeriggio la quinta edizione del Concorso Letterario Casa Sanremo Writers che ha visto spopolare il romanzo giallo “Lo strano mistero di Torre Mozza”. L’autore di questo libri si chiama Vincenzo Galati che ricevendo il premio direttamente dall’editore Vito Pacelli, ci ha tenuto a manifestare tutta la sua soddisfazione, soprattutto in relazione al fatto che il suo romanzo è stato scelto vincitore da una giuria popolare, fatta di veri lettori che, quindi, non avevano altri tipi d’interessi a premiare un titolo piuttosto che un altro.
A “Casa Sanremo Writers”, nel giorno di San Valentino, si è respirata un’aria davvero speciale. Complice di questa situazione è stato sicuramente il fatto di aver ospitato uno tra i nostri autori più prolifici, Orlindo Riccioni, a cui abbiamo assegnato il riconoscimento speciale “Premio alla Carriera – BookSprint 2013”.
Casa Sanremo Writers continua, come ogni pomeriggio, nel salotto di Casa Sanremo. Ieri, per noi, c’era Serena Cesco a ritirare la targa di premiazione al posto di Thomas Sanson che non è potuto intervenire per motivi di salute. Come vi avevamo anticipato ieri, Thomas è un ragazzo cerebroleso, autore di “Come in un romanzo”, testo arrivato in finale alla nostra competizione.
Non tutte le cose sono sempre perfette, ma […] possono funzionare se qualcuno prova a migliorarle.
Quando concepisce questa frase, Thomas Sanson ha solo cinque anni. Talento precoce, scrittore emergente, il ragazzo nato alla fine degli anni Ottanta è stato notato dalle case editrici, e oggi è tra i finalisti del concorso Casa Sanremo Writers. Il libro che aspira alla vetta del podio, e magari a scalare la classifica degli ultimi libri usciti, s’intitola Come in un romanzo.
Nel salotto di Casa Sanremo, oggi pomeriggio, con noi, c’è stata Celeste, autrice di “Resta con noi”, una storia autobiografica. Come vi avevamo anticipato nella nostra recensione, quella di Celeste è una storia molto triste che, tuttavia, ha una chiave di lettura positiva.
Proprio sul messaggio d’amore che Celeste intende lanciare si è concentrata la nostra intervista. Insieme a Jusi Sanfilippo, pur ripercorrendo i tratti più dolorosi della vita dell’autrice, abbiamo capito il vero motivo per cui Celeste ha reso pubblica la sua vita.
“Ci sono dolori che ti avvelenano l'anima e che lasciano radici profonde, difficili da estirpare. Si può tentare di annientare quel veleno col passare degli anni,ma quelle radici restano per sempre indelebili nei nostri ricordi,nel nostro vissuto.”
Le amare righe che fanno da introduzione al suo libro ci dicono già chi è Celeste e quanto ha sofferto.
Come annunciato, siamo giunti alla fase sanremese del nostro “Casa Sanremo Writers”. Già da ieri sera, domenica 10 febbraio, infatti, alle 18, sono stati inaugurati gli spazi di “Casa Sanremo” che accompagneranno e intratterranno tutti coloro che, in questa settimana dedicata al 63° Festival della Canzone italiana, si trovano nella cittadina ligure per motivi lavorativi e non. Artisti, giornalisti, operatori dello spettacolo si sono dati appuntamento al Palafiori di Sanremo dove, dopo il rituale taglio del nastro da parte del Patron dell’intera kermesse, Vincenzo Russolillo, insieme anche a Miss Liguria 2012, tutti gli intervenuti, oltre a gustare i prodotti offerti dagli sponsor della manifestazione, hanno ascoltato anche tanta buona musica dal vivo.
La manifestazione, però, è entrata nel vivo a partire da stamattina. Come da programma, hanno preso il via tutti gli eventi organizzati per animare queste intense e piacevoli giornate in vista del 63° Festival della Canzone Italiana. Cooking show, writers, stylisyt, musica e tanto altro.
“A te che hai già tutto e forse neanche sai quello che hai, lascio gli errori della mia vita, le mie tristezze, i miei dolori ma anche i sogni e le speranze. Accetta tutto, è la mia eredità.”
La dedica di Silvana Roselli apre il suo romanzo e ne racchiude il senso profondo, l’essenza di un lascito familiare che va oltre la materia, ma che è fatto di ricordi, di condivisione, di sentimenti radicati.
Raccontare una storia in prima o in terza persona, seguendo i bisogni dell’autore
Scrivere un libro è essenzialmente arte. Ogni artista, prima o poi, si ritrova di fronte a un foglio bianco e dovrà fare delle scelte. Ecco perché scrivere significa fare delle scelte. Una delle scelte più significative ai fini della realizzazione di un romanzo è quella che riguarda il narratore. Il narratore è colui che racconta, che, appunto, narra la storia e non va confuso con l’autore.
Scrigno di sogni, contenitore di idee, volano dell’innovazione culturale. Prima di essere tutto questo, il libro è innanzitutto un oggetto economico. Quel volume che scuote il nostro spirito e passa dagli ultimi libri usciti alle nostre mani, è lì perché qualcuno lo ha pensato e scritto, e perché qualche altro ci ha creduto, ci ha scommesso, e ha messo mano al portafogli. Questa persona si chiama editore, e il suo scopo è dar voce agli scrittori emergenti.
Tra i tanti oggetti che aspirano a diventare regali ce n’è uno che offre parecchi vantaggi. Dura diversi decenni, ha un prezzo contenuto, può diventare parte della vostra anima nella migliore delle ipotesi, nella peggiore può servire a scaldarsi o a pareggiare le gambe del tavolo.
Impacchettatelo, metteteci sopra un bel fiocco e lasciatelo riposare sotto le luci dell’albero. Quando dalla carta luccicante salterà fuori un libro, osservate la reazione di chi lo sfoglia.
In molti rinuncerebbero volentieri, nel viaggio verso l’eternità, a “I promessi sposi” e alla “Divina commedia”. Troppo pesanti.
Chi portereste con voi nell’aldilà? Una semplice domanda che ha scatenato i lettori e i giovani scrittori di tutto il mondo, alle soglie di quello che, per i Maya, sarà il giorno del giudizio. Loro, i Maya, lo hanno predetto molti secoli addietro e le loro previsioni di solito non hanno sbagliato. Dunque, perché non pensare che la resa dei conti sia davvero imminente per tutti noi?
Scegliere una soluzione o l’altra può trasformare il romanzo in un successo o in un flop
Quando uno scrittore emergente si appresta a scrivere un libro, magari il suo primo romanzo, spesso si interroga su quali tecniche di narrazione adoperare, quali scartare e quali prediligere per far si che il suo libro in uscita sia un successo. La scelta non è quasi mai facile, perché dalla scelta del tipo di narrazione dipende il successo del nostro libro.
Il libro che ho trovato era vecchio, aveva la copertina consumata, e neppure riuscivo a leggere il nome dell’autore. Il libro che ho trovato l’ha letto il vento, e le pagine sembrava volessero volare via. C’era un numero incollato sulla copertina. Su internet ho scoperto da dove veniva quel libro, chi lo ha acquistato e perché lo ha liberato, e tutto grazie a quel numero. Ora queste pagine fresche di vecchiaia mi seguiranno per un po’. Le leggerò e le porterò con me nel mio cammino. E alla fine le restituirò al vento. Un giorno qualcun altro sarà attratto da questa copertina scorticata, e il libro troverà nuovi occhi in cui vivere. Tutto questo è, in una parola, Bookcrossing.
Sono io disposto a mettermi coscienza e controcoscienza sotto le suole delle scarpe e cercare solo quel che mi fa essere felice, che mi fa star bene, che mi fa ridere, per sentirmi vivo sul serio? Sì, sono io disposto. Questo si promette il protagonista inquieto e sempre alla ricerca di uno stabile equilibrio di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, libro di Enrico Brizzi degli anni ’90 che tanto ha colpito la giovane generazione di quell’epoca e che ha riportato al successo un genere difficilmente riconoscibile, ma estremamente importante: il Romanzo di Formazione.
Ma il personaggio deve prendere il sopravvento sull’autore e raccontare da solo la sua storia
Quando si comincia a scrivere un libro ci sono molti fattori da dover valutare, ma l’aspetto probabilmente più importante di un’opera letteraria sono i suoi personaggi. Nessun lettore sarà coinvolto da un libro i cui personaggi sono poco credibili, poco reali, e non permettono l’immedesimazione, e finirà con l’abbandonare la storia.
Foglio bianco, pagina uno, prime righe, in una parola: Incipit. In questo spazio così ristretto si gioca il futuro di chi si appresta a scrivere un libro. Centinaia di pagine rischiano di non arrivare mai ai lettori, se quelle parole non riescono nel loro intento. Se l’incipit non funziona, il romanzo tornerà pericolosamente nello scaffale, e neppure la sua struttura muscolosa lo salverà – prima o poi il libraio lo impacchetterà per renderlo alla casa editrice.