Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere ha sempre fatto parte di me, è stato come scavare in fondo al mio cuore per trovare questa passione.
Tutte le volte che scrivo mi batte fortissimo il cuore, mi emoziono e vorrei che gli altri che leggano possano riuscire ad emozionarsi quanto me. Quando scrivo mi annullo dal mondo intero perché mi aiutata a riflettere, mi rasserena e mi riempie di una gioia in quantificabile. Riesco a tirar fuori quello che provo, che sento riuscendo ad essere me stessa senza aver paura che qualcuno possa giudicare il mio pensiero in quel momento. Scrivere mi fa immortalare l’emozioni più vere e nascoste.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro parlo della mia vita, raccontando esattamente cos’ho provato per mio padre, la delusione, la paura e tutto quello che racchiude l’amore verso qualcuno. È un’opera autobiografica e posso dire davvero che quello che viene letto sì, è la mia vita ed è tutto reale.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest’opera per me è qualcosa d’immenso perché sono riuscita a tirar fuori un odio controllato così come riporto nel libro verso mio padre. Non è stato semplice n’è vivere determinate situazioni ma soprattutto riuscire ad essere me stessa senza alcuna vergogna. Molte di queste pagine le scrivevo con le lacrime che mi scendevano, è stato un tumulto di emozioni sia positive che negative. Dopo tanti anni, questo traguardo per me è importante in quanto spero che chi soffra o che ha vissuto da figlia, d’amica, da familiare che si possa trovare nella stessa situazione possano riuscire a non chiudersi in sé stessi, riuscire a parlarne e a non arrendersi davanti a nulla. Questo libro, queste pagine sono il mio passato e ha un significato di estrema umiltà e responsabilità verso me stessa e le persone che amo e che spero di riuscire ad aiutare.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del mio libro è venuto fuori da solo, mentre scrivevo il secondo capitolo. Piano piano, continuando a scrivere ho deciso che il titolo era esattamente questo per dare la vera importanza dei veri valori che ormai si sono quasi persi. Mi è venuto semplicemente naturale e spero che possa essere apprezzato per lo stesso valore a cui io l’abbia attribuito.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se mi trovassi in un’isola deserta come prima cosa vorrei tanti fogli e magari diverse penne giusto per perdermi e chissà quante storie verrebbero fuori. Se dovessi scegliere quale libro portare ne sceglierei due, il mio per potermi sempre nutrire di quella positività e ottimismo di cui avrei bisogno per andare avanti senza mai arrendermi, il secondo è “scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia perché da ragazzina mi appassionavano queste storie e che da un libro nascesse anche il film mi faceva immaginare a chissà se un giorno ci riuscirò anch’io.
Ebook o cartaceo?
Tra ebook o cartaceo preferisco il cartaceo perché assapori meglio il gusto di leggere un’opera, sentire il profumo delle pagine scorrere o semplicemente entrare in una libreria e stare lì a scegliere quale libro comprare, secondo me, è imparagonabile alla versione ebook per quanto possa essere comoda.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho deciso d’intraprendere questo percorso perché è sempre stato un sogno nel cassetto in cui speravo un giorno di riuscire a trasmettere del buono alle persone che mi conoscono ma soprattutto a chi avrà il piacere di farlo. Iniziai a scrivere all’età di dodici anni e a quattordici a scrivere il mio primo libro. E con molta umiltà dico che la mia carriera da scrittrice lo diventerà solo dal momento in cui i miei lettori avranno fame delle mie parole, solo in quel momento potrò dire di aver intrapreso la carriera di scrittrice.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di scrivere questo libro nasce dal momento in cui mi ritrovai sola, abbandonata da colui che mia aveva dato la vita, mi sentì tradita. Le mie amicizie si stavano sgretolando e stavo perdendo la fiducia e la stima di chi mi diceva di volermi bene. Un giorno aprì il mio cuore a Dio, chiesi cosa potessi fare per sentirmi bene, appagata e come avrei potuto trasformare il mio dolore così decisi di iniziare a scrivere, parola dopo parola, cercando in tutti i modi di rimanere me stessa con la totale trasparenza per aiutare il prossimo.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Dopo diciotto lunghissimi anni, l’emozione che provo nel vedere che il mio lavoro ha realmente preso vita diventando un libro è inspiegabile. Piango e mi emoziono tantissimo perché è nato da un grande dolore che sono riuscita ad affrontare e a superare ma è lo stesso di quello che mi ha fatta diventare chi sono oggi. Piango perché quello che pensavo a quattordici anni lo penso ancora e rileggendo tra le righe io stessa riesco ad emozionarmi. Il mio obiettivo è sempre stato quello di riuscire a toccare il cuore della gente, spero di riuscirci davvero perché posso garantire che i sogni prima o poi se ci credi riuscirai a realizzarli.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio libro non è mai stato letto da nessuno, tutti sapevano ma nessuno ha mai letto. Tranne qualche pagina o qualche frase quando capitava di parlarne.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Dell’audiolibro penso che sia un’ottima opzione soprattutto per chi non ama leggere ma ama ascoltare o semplicemente per chi ama leggere ma non ha il tempo da dedicare. Principalmente però quest’idea mi piace per chi ha problemi di vista e non può leggere in questo modo non si sentirà escluso e potrà farlo con l’alternativa.
