Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
La mia vita di scrittrice inizia alla scuola elementare, quando scrivevo con la mia mia maestra "Il Giornalino di classe": dentro c'ero poesie e racconti miei e di altre scolare.
In più spesso illustravo i miei racconti e le poesie. Poi ho continuato con il diario in cui sfogavo le mie emozioni contrastanti in base a chi me le scatenava. Ho capito che scrivere mi serviva per fare il punto della situazione e cercare dentro di me delle strategie possibili per affrontare la realtà, bella o brutta che fosse. Quindi, anzichè picchiare chi mi faceva del male (o così appariva ai miei occhi di bimba) cercavo soluzioni a un problema. In questo modo ho cercato di capire sempre le cause scatenanti delle emozioni mie e altrui. Per me scrivere è una catarsi e mi permette di capire il genere umano, nelle sue molteplici sfaccettature. Ho bisogno di elaborare e rielaborare dentro di me. Ora mi lascio "contaminare" per acquisire conoscenza
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento particolare per scrivere. Di solito leggo prima di dormire, ma se ho delle intuizioni le appunto da qualche parte solo per ritornare a ragionarci su. Le rimuginazioni avvengono quando mi sveglio, verso le quattro e trenta/cinque del mattino. Rifletto su sogni particolari, su aspetti che non mi tornano o che mi danno indizi speciali. Ho una vita/attività interiore molto intensa. Il mio prof di religione diceva che ero ricca dentro e di ricordarmi ogni tanto di spargere intorno un po' di polverina magica. Non lo avevo mai capito, ma ora, dopo anni di insegnamento so cosa vuol dire quando vedo gli occhi dei piccoli studenti che guardano e ascoltano con stupore qualche argomento o storia particolarmente interessante.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Nell'arco della mia vita ho avuto autori di cui ho voluto leggere tutto per capirli profondamente e farli miei per sempre. Da piccola adoravo leggere I ragazzi della via Pal, Il Milione, tutte le fiabe e le favole, oltre all'enciclopedia britannica che in quegli anni era in tutte le case italiane. Dopo che il mio prof delle medie mi ha costretta a fargli una recensione delle commedie di William Shakespeare, Dostojevski, Guerra e Pace di Tolstoj, ho imparato a scegliere da sola i miei autori. Alberto Bevilacqua, Moravia, Calvino, Andrea De Carlo, Dacia Maraini, Primo Levi, Niccolò Ammaniti, Elena Ferrante, Gianrico Carofiglio, Ken Follett, Wilbur Smith e la moglie Danielle Thomas, Alessandro D'Avenia, molto sensibile e interessante, La Peste di Camus. Sono stata folgorata dalla scoperta di Hermann Hesse con Siddhartha, Wilhelm Reich con Ascolta Piccolo Uomo ed Erich Fromm con Essere o Avere, Il Gabbiano Jonathan Livingstone e Il Piccolo Principe. Da lì ho iniziato un percorso iniziatico a modo mio
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per mettere a punto il mio percorso di crescita interiore. Infatti, questa è un'opera prima, ma ho già pronto il sequel e molti racconti per bambini che segnano delle svolte nella mia vita e nella mia carriera, sebbene abbia sempre insegnato. Mi piace inventare fiabe e favole e racconti di gatti divertenti.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia formazione ha influito molto e tuttora, quando seguo dei corsi di aggiornamento, cerco di metterli in pratica nella mia vita. Seguo con molto interesse l'evoluzione dei miei studenti e resto attonita quando riscontro cambiamenti sostanziali in essi o nei miei colleghi, soprattutto giovani. Mi sento al passo con la vita stessa! Quanti mi conoscono sanno che sono grata al cielo per avermi dato la possibilità di vivere la mia carriera lavorativa nella scuola. Ricordo che in un Collegio Docenti affermai che avrei insegnato anche gratuitamente - tirandomi dietro le imprecazioni dei miei colleghi - per confermare ciò che penso. A scuola ho imparato a conoscere gli esseri umani e a vedere la loro evoluzione di generazione in generazione. Le nuove generazioni sono sorprendenti e incredibili!
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo per raccontare la realtà filtrata dalle lenti del cuore e del cervello. Come ho detto poc'anzi, scrivere mi offre la possibilità di dare tutte le risposte ai miei perché. Risposte alternative alle mie risposte iniziali. Quando sei chiamata a rispondere in prima persona, non rifletti: nell'attimo in cui lo fai, rispondi e basta. Ma se dopo ti poni la stessa richiesta e cominci ad analizzare tutte le sfumature possibili, ti rendi conto che ci sono molteplici realtà parallele in cui avresti potuto farlo. Ecco: scrivere per me è un percorso evolutivo che mi insegna a procedere in un certo modo. Osservo, ascolto, imparo. Quando succederà di nuovo, sarò più forte, più decisa, più attenta! E il momento arriva sempre; è un appuntamento con il destino che si ripresenta.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto e niente! Per il cinquanta per cento tutto ciò che riguarda la mia formazione o le esperienze scolastiche . Il resto sono frammenti di vita di altre persone o di più persone messe insieme che mi hanno lasciato riflessioni e insegnamenti. Come dicevo prima, sono ipotesi di vite parallele.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Qualcuno che si è rivelato fondamentale per la mia opera sicuramente mia madre che è totalmente diversa dalla madre di Dora, la protagonista del romanzo. Mia madre è stata per me la mia amica, la mia confidente, la mia salvatrice, la mia più grande sfida. Di intelligenza estrema e bellezza indiscutibile, riusciva a capire i miei momenti bui e pur non parlando mi faceva sentire la sua vicinanza e comprensione. Da giovane ero come un puledro imbizzarrito. Lei riusciva sempre a riportarmi sulla retta via. Niente di che, tuttavia avevo idee strambe, come quando decisi di abbandonare la mia famiglia per andare con un gruppo di matti chiamati I Bambini di Dio! Oppure quando mi ero iscritta al gruppo di Scientology e avevo rivoluzionato tutta la famiglia con i libri di Ron Hubbard
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia madre. Mia madre e le mie sorelle hanno letto il mio primo romanzo.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook offre più prestazioni rispetto al libro cartaceo: occupa meno spazio ed è più economico da acquistare. Io preferisco il libro cartaceo da sottolineare, da riprendere, da tenere sul comodino. I libri fanno parte di me: sono il mio corredo, il mio passato, il presente e il futuro.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è un'altra "figata"! Offre la possibilità di ascoltarlo mentre sei a letto a sonnecchiare e ti entra nella testa, magari con la voce calda, suadente, carezzevole e vellutata di un lettore o una lettrice che nell'immaginario diventa l'amico, la persona più vicina prima di addormentarti. C'è stato un autore che mi aveva chiesto di inviargli un "pezzo" letto da me per un'eventuale selezione. Mi piacerebbe leggere il mio romanzo con un sottofondo musicale.
