Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io Barbagallo Giuseppe Carmelo Emilio sono nato a Catania il 13 luglio 1944 nella casa ubicata in via Montevergine n. 10. Casa dove i miei genitori "Barbagallo Salvatore e Vinciguerra Maria".
Mia madre era casalinga mentre mio padre lavorava in ambito militare con la qualifica di Archivista. Non aveva uno stipendio alto, ma malgrado ciò, con molti sacrifici, ha permesso a me e a mio fratello di studiare. Io, a differenza di mio fratello che era un bravissimo studente, studiavo poco e, soprattutto, mi rifiutavo di studiare a memoria l'Iliade, l'Odissea e la Divina Commedia. Questo faceva si che venivo sistematicamente rimandato in Italiano. Dopo avere conseguito il diploma di Geometra, ho sostenuto l'esame per essere ammesso a frequentare l'Istituto Superiore di Educazione Fisica di Torino. Mentre frequentavo il primo anno di questa facoltà, dopo avere frequentato un corso e superato un esame, ho conseguito il titolo di Assistente Tecnico di Atletica Leggera, titolo che mi ha permesso di avere molti successi con i miei atleti. Per quanto riguarda il lavoro, ho insegnato Educazione Fisica per nove anni, poi, poiché avevo conseguito anche l'abilitazione per l'insegnamento dell'Educazione Tecnica, ho chiesto e ottenuto di cambiare disciplina d'insegnamento. Ho vissuto a Torino per tredici anni, poi, poiché mia madre si è ammalata di polisclerosi, sono tornato a Catania. Ormai ottantenne e in pensione da settembre 2009, spendo il mio tempo facendo il nonno e il bisnonno a tempo pieno.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non mi sono mai dedicato a tempo pieno alla scrittura. Ho scritto sempre nei ritagli di tempo ed è proprio in quei ritagli che ho scritto il racconto che state pubblicando, molte poesie, nove racconti, un diario e un racconto in dialetto siciliano.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito. di tanto in tanto, quando sono libero da impegni, leggo quanto mi capita a tiro.
Perché è nata la sua opera?
Per puro caso, come tutte le cose che faccio.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non ho una formazione letteraria, ma quando ero un ragazzo leggevo molto senza alcuna preferenza.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Da ragazzo, per me, scrivere era un modo per raccontare la realtà, infatti, con me portavo sempre un piccolo registratore vocale con il quale registravo quanto mi succedeva e la sera sbobinavo e mettevo nero su bianco. Ora non porto più il registratore e quello che di tanto in tanto scrivo è frutto della mia fantasia.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La storia che ho scritto è solo frutto di fantasia e non ha nulla a che fare con la mia vita privata.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No. nessuno si è rivelato fondamentale.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mi sarebbe piaciuto molto che qualcuno leggesse quanto ho scritto, ma non è successo.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me l'ebook non avrà molto successo.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro avrà molto successo perché si acquisisce il contenuto ascoltando.
