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BookSprint Edizioni Blog

11 Feb
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Intervista all'autore - Alfo H. Coppi Crelittori -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Il primo mestiere che avrei voluto fare, intorno ai tre anni, è stato il falegname, dopo aver visto Pinocchio della Disney ed essere rimasto particolarmente affascinato da Geppetto,
forse perché in grado di creare la Vita dalla materia grezza, esattamente la stessa cosa che si può fare scrivendo qualcosa di utile per qualcuno altro. È stato a poco meno di sei anni, imparando a scrivere, che ha cominciato ad insinuarsi in me la convinzione, divenuta nel tempo una vocazione, che quello potesse essere un mestiere particolarmente adatto a me.
Ho sempre scritto tanto, tempo e lavoro permettendo, ma è stato il lock down del covid a cambiarmi la vita e a farmi capire che era davvero importante che io condividessi i miei scritti col maggior numero di persone possibile. Lì ho scritto il primo libro che ho pubblicato, in tre mesi circa.
L'inaspettato successo dell'opera mi ha fatto capire che avevo intrapreso la strada giusta e che potevo perfino permettermi di fare quello nella vita. Così questo è diventato il mio mestiere, facendomi abbandonare una carriera in cucina lunga 25 anni, piena di soddisfazioni e di risultati appaganti, ma indubbiamente stressante, che costringe inevitabilmente a sacrificare tante altre cose importanti.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Prevalentemente tra le 4 e le 8 del mattino, quando il resto delle persone dorme ed è più difficile che qualcuno interferisca con la mia concentrazione. Ma capita a tutte le ore.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Probabilmente Giovanni Allevi.
 
Perché è nata la sua opera?
Per il mio bisogno di comprendermi più a fondo, sperando che possa avere un effetto simile anche su chi la legge.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ovviamente moltissimo. Figlio di un'insegnante di lettere archeologa e di un fisico pioniere dell'informatica, avendo vissuto parecchio all'estero e in diversi luoghi, ho potuto apprezzare e comprendere i diversi punti di vista che caratterizzano l'animo umano, per poi farli miei e metterli su carta.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per comprendere la realtà raccontandola.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tantissimo, come diceva Gabriel Garcia Marquez, uno scrittore racconta delle storie per comprendere ciò che non capisce della propria vita.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
IO
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A lavoro finito a mio padre, in fase di realizzazione al mio migliore amico.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L’ebook è complementare al libro cartaceo; ci sarà sempre moltissima gente che preferisce sfogliare le pagine, ma una cosa non escludere mai l'altra.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ottima applicazione della tecnologia per aiutare chi non ha il tempo (o la capacità) di leggere e che può aiutare ulteriormente la diffusione di un'opera.

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