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22 Gen
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Intervista all'autore - Susanna Petrini -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere rappresenta la vita stessa. Scrivo tutti giorni vari diari personali. Su ciò che ho fatto durante il giorno, sui miei obiettivi futuri, sui miei errori.
Rileggere su carta ciò che desidero fare, come stanno andando le cose mi aiuta a direzionale la mia vita. Non saprei vivere senza scrivere!
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tanto. Ogni poesia è dedicata, ma la dedica è solo uno spunto per parlare dell’amore, di paure, della morte in generale. Si va dal particolare al generale. Potrei dire che le mie poesie sono ispirate ma non appartengono realmente a nessuno.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stato un periodo particolare della mia vita, in cui iniziavo la mia giornata scrivendo, e scrivendo alleggerivo la mia anima, rendevo con poco la vita degna di essere vissuta. Era anche un periodo confuso in cui le persone si sostituivano senza lasciare traccia, immortalarle in dei versi era per me motivo di serenità e sicurezza.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Devo dire che la scelta del titolo è stata una questione permettetemi il termine alquanto burocratica. Il primo titolo era infatti: caleidoscopio emotivo, già in uso, poi frangenti d' autore, anch'esso già usato in diversi contesti. Poi pensai a circostanze poetiche poiché' leggendole agli altri creavo un momento intimo, di pace, avulso dal quotidiano. Le mie poesie piacevano e ne volevano sempre ascoltare altre.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Certamente Knulp, storia di un vagabondo di Herman Hesse. È forse stato il primo libro che ho letto quando è cominciata la mia adolescenza. Mi ha insegnato l’amore per la libertà, per il viaggio, per una vita che aveva una tonalità particolare perché priva di mezzi. Mi ha raccontato un mondo che non conoscevo.
 
Ebook o cartaceo?
Io ho tanti libri da riempire anche la cucina, quando sono usciti i libri digitali per me è stata una vera e propria festa. Nello spazio di un laptop potevo avere centinaia di libri. Ora sono addirittura passata a kindle unlimited dove li affitto, li leggo e li restituisco. Non li possiedo più, mi basta leggerli.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Fin da piccola giocavo a fare il detective, e avevo sempre un taccuino con me, dove annotare facce strane, modi di dire, spettacoli naturali. Fare la scrittrice era per me un destino più che un desiderio. Alle elementari scrivevo temi di fantasia che venivano sempre letti alla classe intera, un artista secchiona se vogliamo.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Io scrissi le poesie e le pubblicai su Facebook. In giorno tornata a casa le lessi a mia mamma. Non conoscevo questo aspetto poetico di te... perché non le pubblichi? Sono molto belle. E così il giorno stesso le ricopiammo su formato word e le spedimmo a diverse case editrici. È stata mia mamma a spingermi alla pubblicazione altrimenti sarebbero andate perse.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una sensazione fantastica.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Gli utenti fi Facebook. Io pubblicavo ogni giorno una poesia. Sulla mia pagina Facebook c' è la mia storia e tanto altro. Ma come le dicevo il momento più bello è quando le leggo singolarmente. Si crea un’atmosfera magica, silenziosa e di molta curiosità.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che sia una vera rivoluzione per gli ipovedenti e i non vedenti. Io stessa ascoltai " La coscienza fi Zeno" con un amico e non facemmo altro che ridere. Un audio libro può essere anche un momento di condivisione veramente interessante. È poi è realmente affascinante ascoltare storie lette e recitate da attori come ad esempio Vittorio Gassmann.

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