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03 Gen
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Intervista all'autore - Maddalena Gorgoglione -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Mi chiamo Maddalena e provengo da un piccolo paese della Puglia in provincia BT, Margherita di Savoia.
Ho sempre avuto la passione per la scrittura, quando lo faccio entro in un modo tutto mio dove riesco a tirar fuori emozioni e pensieri che diversamente non riuscirei a fare. Il luogo in cui trovo maggiormente ispirazione è il mare, infatti nel mio paese abbiamo un mare stupendo sia d'inverno che d'estate e il solo guardarlo e sentire il 'suono' delle onde riesce a darmi ispirazione e tranquillità.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento ideale per me è la sera. Dopo aver terminato tutto ciò che mi tiene impegnata per la casa, la famiglia e il lavoro mi sento libera dai miei 'doveri' e dunque concentrata per la scrittura.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Le mie preferenze vanno su autori che per me hanno fatto un po’ la storia della Letteratura, non bado molto alle date. Preferisco Pirandello, Calvino, Eco, Moravia, Morante, Svevo. Mi appassionano le loro opere perché rivedo un po’ quello stato di evasione dalla realtà che è lo stesso che ha spinto me alla scrittura. Naturalmente non posso poi non citare Dante Alighieri, anche se parliamo di un periodo diverso, e la versione tascabile della Divina Commedia che porto sempre con me e penso che non mi stancherò mai di leggere e parafrasare.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce in un momento particolare della mia vita in cui ho iniziato a mettere per iscritto dei pensieri e mi rendevo conto che mi 'liberavano' dall'angoscia in cui ero. Così ho pensato di fare qualcosa di più grande, quindi un libro, e da lì è nato il progetto. Ovviamente ho mescolato la realtà con la finzione e ciò che avrei voluto fosse accaduto realmente in determinati momenti certa del fatto che per arrivare realmente al cuore del lettore dovessi raccontare della quotidianità delle protagoniste del libro per far sì che esso possa dire 'succede anche a me'; in questo caso posso dire personalmente di aver raggiunto il mio obiettivo.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente l'aver frequentato l'Università di Lettere e Filosofia mi ha aiutata a perfezionare questo mio lato creativo però il mio contesto sociale penso abbia influito poco perché credo nel fatto che ciò che vada ad influenzare la persona, in questo la scrittura, sia frutto di esperienze e caratteri personali e non il mondo in cui si vive. Noi siamo padroni del nostro destino quindi, almeno nel mio caso, ciò che mi circonda non ha influito in nessun modo.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi anche se credo di essere più vicina alla prima. Per me scrivere significa evadere dalla realtà perché si può inventare ciò che realmente si vorrebbe accadesse; allo stesso tempo è anche un modo per raccontare la realtà perché, come ho già detto, l'unico modo per arrivare al lettore ed entrare nel suo cuore è quello di raccontare di esperienze di vita reali in cui ognuno di noi può ritrovarsi e sentirsi anche capito. Dunque per me scrivere è un modo per evadere da tutto, dall'altro lato c'è il lettore la cui lettura è un modo per evadere dall'incomprensione del mondo.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Ovviamente solo chi mi conosce realmente riesce a capire chi tra le protagoniste ci sia la mia persona perché ho mischiato un po’ le carte, tra realtà e finzione come direbbe Pirandello.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mio marito, che non fa altro che elogiarmi in tutto, e mia figlia di 7 anni che vede in me la sua eroina.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio marito e ad una mia carissima amica, nonché protagonista del libro.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Purtroppo si. Siamo nell'era digitale quindi è inevitabile questo salto in avanti anche se io sono amante del cartaceo. La bellezza di prendere un libro, toccarlo, averlo con sé, annotare qualche pensiero e spolverarlo un po’ dopo averlo tenuto conservato a lungo chiuso è un qualcosa che non può sostituirsi. Su questo non riesco a cambiare idea, pur sapendo di dovermi adeguare ai tempi.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche in questo caso il mio pensiero è analogo a quello dell'ebook. Per me il libro va letto dalla persona stessa e non ascoltato da qualcun altro. Le emozioni che ho provato e provo io leggendo ad esempio dei grandi classici non sono le stesse che ho provato ascoltando un audiolibro. È come quando riceviamo una lettera d'amore, se questa viene letta dalla persona che l'ha scritta suscita una certa emozione, se viene letta da una persona qualsiasi risultano solo inchiostro su carta. 

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