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30 Dic
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Intervista all'autore - Anna Morelli -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me assolutamente necessario e al tempo stesso naturale, non potrei immaginare la mia vita senza tale possibilità, rappresenta qualcosa di utile e fondamentale per riordinare i miei pensieri e dare pace alla mente e all'anima, ritengo che sia un ottimo esercizio spirituale che ognuno di noi dovrebbe praticare.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro è racchiusa non solo la mia vita, parlo di quella interiore, ma anche la vita di mio padre dal quale, credo, di aver ereditato la passione per la scrittura, sebbene egli preferì, diversamente da me, la poesia alla prosa.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stato, prima di ogni cosa, un omaggio alla memoria di mio padre, scomparso due anni fa, che in vita non era mai riuscito a pubblicare le sue innumerevoli poesie; non potevo permettere che andassero, per così dire, perse. Detto ciò, nel momento in cui mi sono approcciata alla trascrizione di queste numerose liriche e cercavo un modo per suddividerle ed organizzarle al meglio, ho pensato di inserire, come introduzione ai vari argomenti trattati, dei miei pensieri e delle vere e proprie novelle fantasiose. Ed ecco spiegato come è nato questo testo un poco "ibrido". Rappresenta una sorta di danza a due, dei passi veri e propri ballati insieme a mio padre, tra le altre cose lui amava molto anche la musica e suonava il pianoforte.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è nato da solo, per quanto particolare ed articolato possa sembrare, non poteva essere diverso da quello che è. Credo che il lettore lo possa comprendere solo dopo aver letto il libro.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ipotetica e quindi anche magica? A questo punto vorrei questo mio libro, vorrei mio padre e la possibilità di potergli parlare per dirgli che non è stato inutile nella sua esistenza aver scritto queste poesie, che è proprio vero quello che egli stesso asseriva: un poeta non muore mai. Chi scrive diventa immortale.
 
Ebook o cartaceo?
Indifferente, per quando a mio parere la carta avrà sempre il suo fascino, ma anche la praticità è importante.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho iniziato a pubblicare qualche romanzo solo da qualche anno, forse perché prima, essendo più giovane, non sentivo l'esigenza strana, e magari discutibile e velata di ego, di lasciare al mondo qualcosa di mio, di regalarmi un senso di immortalità. Ho riflettuto sul fatto che avere passioni, talento e capacità, ciascuno di noi ne ha ed ora non voglio assolutamente apparire immodesta, è praticamente inutile se tutto rimane nascosto al mondo. Diciamo che è proprio come il bene, se non viene praticato e non è rivolto al prossimo, non seve a niente lasciarlo chiuso nella nostra anima. Questo non significa che bisogna per forza di cose inseguire la fama e la celebrità forsennatamente, ma è giusto e doveroso per chiunque esprimere il proprio potenziale.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come ho già detto l'idea è nata in modo assolutamente spontaneo e mi rifaccio a quanto già spiegato.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sempre una bellissima emozione, in questo caso ha preso corpo anche il lavoro di una persona che non è più in vita e questo è doppiamente emozionante. Direi magico.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona è stata il mio amico Giuseppe, che ho inserito nei ringraziamenti insieme a mia zia, entrambi mi hanno sostenuta in questo progetto.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto utile ed ottima alternativa al cartaceo, per quanto rappresenti una nuova frontiera tecnologica figlia dei nostri tempi, non mi viene istintivamente da pensare ai giovani, ma soprattutto alle persone anziane che magari hanno problemi di attenzione e di vista, che vorrebbero leggere e faticano molto nel farlo.

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