Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, per me, è un atto di introspezione e liberazione. È il mezzo attraverso cui do forma ai pensieri più profondi e alle emozioni che altrimenti resterebbero inespresse.
Quando scrivo, provo una sorta di dialogo interiore: c’è un’intensa connessione con le parti più autentiche di me stessa, ma anche un senso di distacco, come se mi osservassi dall’esterno.
Le emozioni variano: a volte è una dolce malinconia, altre volte è pura gioia creativa. Scrivere è un modo per trasformare la sofferenza in bellezza, per dare ordine al caos dell’anima. Ogni parola che scelgo porta con sé un frammento di me, rendendo l’esperienza intima ma anche profondamente universale.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel mio libro c’è molto della mia vita reale, ma non in maniera esplicita. Le esperienze personali, le emozioni vissute, i momenti di gioia o dolore si riflettono nei personaggi e nelle loro storie, ma spesso trasformati, reinventati, sublimati.
È come se la mia realtà diventasse materia prima: non un diario, ma un mosaico di frammenti della mia anima, rielaborati attraverso la lente della fantasia e dell’immaginazione. Credo che ogni scrittore metta inevitabilmente una parte di sé nelle proprie opere, e io non faccio eccezione. Ciò che ho vissuto è presente nei dettagli, nelle sfumature emotive, nelle scelte dei personaggi, ma sempre intrecciato con il tessuto della narrazione.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera ha significato donare voce alla mia anima, esplorare le profondità del mio essere e trasformare le mie emozioni in parole. È stato un viaggio intimo, fatto di dolore, speranza e rinascita, che mi ha permesso di rivelare parti di me stessa che altrimenti sarebbero rimaste in silenzio.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata tutt’altro che semplice. Ho combattuto a lungo con me stessa, perché il titolo doveva racchiudere l’essenza dell’opera, il suo cuore pulsante. Ho vagliato diverse alternative, cercando parole che fossero evocative e al tempo stesso intime. Alla fine, il titolo che ho scelto è arrivato quasi spontaneamente, come un’intuizione, e ho capito che era quello giusto perché mi ha fatto sentire subito completa, come se l’opera non potesse chiamarsi in altro modo.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se dovessi scegliere un solo libro da portare su un’isola deserta, sarebbe La Divina Commedia di Dante Alighieri. È un’opera infinita, capace di offrire ogni volta nuove chiavi di lettura e riflessioni. Attraverso il viaggio di Dante, troverei conforto, ispirazione e una guida per esplorare me stessa, anche nei momenti più difficili.
Se invece potessi avere accanto uno scrittore, sceglierei Virginia Woolf. La sua sensibilità, la profondità dei suoi pensieri e la capacità di cogliere le sfumature più sottili della vita sarebbero una compagnia preziosa. Con lei immagino lunghe conversazioni, capaci di illuminare persino la solitudine di un’isola deserta.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso di diventare scrittrice; è stato più un bisogno naturale che è emerso con il tempo. Fin da bambina, scrivere era il mio modo di dialogare con il mondo, di dare senso alle emozioni e alle esperienze. Con il passare degli anni, quel bisogno si è trasformato in una vocazione.
Ho scelto di intraprendere seriamente questa strada quando ho capito che la scrittura non era solo un atto personale, ma un ponte verso gli altri. Sentivo il desiderio di condividere storie, emozioni e riflessioni, e di lasciare una traccia che potesse, in qualche modo, toccare chi mi legge. Scrivere è diventato il mio modo di esistere pienamente.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questa raccolta di poesie è nata dal bisogno di dare voce a emozioni che non potevano essere spiegate con le parole comuni. Ogni poesia è un frammento della mia anima, un dialogo intimo con i miei pensieri più profondi e con le esperienze che hanno lasciato un segno.
Un aneddoto legato alla scrittura? Ricordo una sera in cui, travolta dalla malinconia, mi sono messa a scrivere quasi senza accorgermene. Le parole fluivano come se non venissero da me, ma da un luogo più profondo. Alla fine, rileggendo quei versi, ho capito che avevo tradotto in poesia qualcosa che avevo provato ma non ero mai riuscita a esprimere. Quel momento è stato come una rivelazione, uno di quei rari istanti in cui senti di aver trasformato il dolore in bellezza.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro è un’emozione indescrivibile. È come assistere alla nascita di qualcosa di vivo, un frammento della tua anima che ora esiste nel mondo, indipendente da te. C’è un misto di orgoglio, vulnerabilità e gratitudine: orgoglio per aver trasformato i tuoi pensieri e le tue emozioni in qualcosa di tangibile, vulnerabilità perché quelle parole rivelano parti di te agli altri, e gratitudine per il privilegio di poter condividere tutto questo.
Tenere il libro tra le mani per la prima volta è un momento magico, quasi surreale. È la concretizzazione di un sogno, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, perché da quel momento il libro non appartiene più solo a te, ma a chi lo leggerà.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio amico Francesco e la mia amica Ester, a cui ho dedicato l’opera.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che l’audiolibro sia una straordinaria evoluzione nel mondo della lettura, capace di avvicinare i libri a un pubblico sempre più ampio. È una forma d’arte che dà una nuova vita alle parole, arricchendole con la voce e l’interpretazione del narratore. In un mondo frenetico, l’audiolibro offre la possibilità di immergersi in una storia o in una poesia anche nei momenti in cui leggere un testo fisico non è possibile.
Inoltre, rappresenta un’opportunità inclusiva, soprattutto per chi ha difficoltà visive o di lettura. Personalmente, credo che l’audiolibro non sostituisca il libro tradizionale, ma lo completi, offrendo un’esperienza diversa, quasi intima, dove le parole arrivano direttamente attraverso la voce, creando un legame emotivo ancora più forte con il testo.
