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09 Dic
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Intervista all'autore - Ettorina Bossi Finocchiaro -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Io sono una vecchia signora, da prima insegnante elementare e poi costretta a lasciare il lavoro e la mia città per il trasferimento di mio marito, maresciallo maggiore della Guardia di Finanza di mare ad Ancona.
Sono nata a Muggia in provincia di Trieste, l'ultimo lembo dell'Istria ancora rimasta all'Italia. Fin dai tempi dei miei studi ho scritto diversi temi apprezzati e premiati la prima volta a venti anni nel concorso letterario "Leone di Muggia".
Il trasferimento ad Ancona e la nascita dei miei due figli mi hanno fatto smettere per un lungo tempo e quando sono tornata dopo dieci anni a Trieste, ho ripreso a scrivere ottenendo prestigiosi premi nella città di Trieste.
Il motivo del mio scrivere forse è stata la lunga assenza dal luogo natio, dalle mie memorie e dalle mie radici ormai perdute e disperse. Io sono nata italiana, ma i miei avi, come tutti i triestini provenivano dalle vecchie province del vecchio Impero asburgico: austriaci, slavi, croati, isrorumeni e istroveneti.
La curiosità per questi antichi parenti divenne in seguito una ricerca preziosa per individuare cognomi e provenienze assieme ai vari costumi sulla vita di ogni giorno dei miei antenati. Come sappiamo Trieste e il suo territorio: l'Istria ormai perduta causarono immani sofferenze, esodi epocali e uccisioni già nella Prima Guerra mondiale e in seguito nella seconda. Ad un tratto mi sentivo coinvolta nelle loro vicende e in seguito mi ripromisi di dedicare parte dei miei scritti a tutti quelli che avevano sofferto e che oggi purtroppo l'Italia sta riscoprendo.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In genere di primo mattino o tardo pomeriggio.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Tutti quelli di origine triestina, come Claudio Magris, Italo Svevo e molti autori della Mitteleuropa di una volta oltre ai molti storici come Roberto Spazzali, e Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Per la lettura di svago preferisco Ken Follett.
 
Perché è nata la sua opera?
In genere un’opera nasce perché si ha qualcosa da riconoscere, da ricordare e da non dimenticare in seno ad un ambiente in continua mutazione che cambia in continuazione assieme alle varie parlate dialettali, ai costumi, ai cibi e al modo di vivere che per me sta diventando abbastanza incomprensibile e quasi straniero.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia formazione letteraria comincia dai grandi italiani quali Dante e simili continuando con i nostri vari premi Nobel come Carducci e Pirandello, Deledda e Tommasi di Lampedusa ecc.
Le nozioni scolastiche in genere si accompagneranno agli autori viventi più premiati e letti nelle classifiche di ogni settimana. Le mie letture sono in genere di tipo storico e ambientale per quanto riguarda la nostra regione e quella sicula di mio marito.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere comprende tante cose: evasione dalla realtà, scoprire pagine di vita vissuta e dimenticata, sofferenze che molti hanno nascosto o celato per paura o per una politica sbagliata e così via. Ora sto leggendo "La foiba grande" di Carlo Sgorlonn che mi fa pensare di continuare con un libro successivo.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non lo so, ma una cosa mi lascia stupefatta l'ignoranza e la pochissima alfabetizzazione dei nostri giovani sulla storia dei nostri genitori.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, i racconti di quei pochi che ormai rimangono e rimpiangono i tempi passati con nostalgia impediti da una politica malsana e malandrina.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei nipoti.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non ho l'età per delle decisioni cosi avveniristiche e lontane dal mio stile di vita.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Forse è una scappatoia per chi non trova la soddisfazione di sfogliare un libro cartaceo.

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