Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in Etruria, a Piansano, il 4 luglio 1954. Vivo a Roma dal 1962.
Dopo aver terminato il liceo scientifico mi sono iscritto alla facoltà di ingegneria e contestualmente ho iniziato ad insegnare. Dopo qualche anno di ingegneria e scuola fui costretto a dedicarmi a tempo pieno all’insegnamento, anche se mi mancavano pochi esami alla laurea quinquennale. Tale svolta mi ha consentito, e mi consente, di avere una vita, non solo lavorativa, felice.
Non so se sono uno scrittore. Da molti anni un mio amico e mia moglie mi spronavano a raccontare le mie esperienze scolastiche.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Generalmente la mattina, quando sono più “fresco”.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Susanna Tamaro. Gli ultimi due libri “I pifferai magici” e “Tornare umani”.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Da anni mia moglie Loredana ed il mio carissimo amico Pierfrancesco Ceccarelli mi invitavano a raccontare gli episodi più significativi della mia vita scolastica…
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, quando lo scrittore e più volte direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, mi ha detto che i miei racconti gli piacevano molto e mi ha spronato a continuare a scrivere.
Il suo autore del passato preferito?
Italo Svevo (“Senilità” e “La coscienza di Zeno”)
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La speranza che tanto lavoro dia i suoi frutti, cioè che docenti e genitori non si arrendano mai davanti a qualsiasi problema possa avere un bambino.