Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è immergermi in un mondo fatto di sensazioni che i ricordi dei miei racconti risvegliano in me come il guardare una fotografia d’epoca.
Il dialetto barese poi, li colora con le emozioni dei luoghi, suoni e luoghi in cui ho vissuto.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Le fàtte e fattariìdde de Chitàne (fatti e fatterelli di Gaetano) difatti è il racconto
di storie realmente e personalmente vissute che iniziano da un passato abbastanza remoto e man mano arrivano ai giorni nostri.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Con questo mio primo lavoro, cerco di sostenere la conoscenza, conservazione e diffusione del dialetto barese e preservarlo dall’erosione e depauperamento continuo dei termini più caratteristici che contraddistinguono una lingua vera e dinamica. Il dialetto attuale è lingua ben diversa da quella parlata dai nostri nonni.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata abbastanza semplice, mi è bastato pensare a quello che stavo facendo.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il manuale di sopravvivenza. A parte gli scherzi penso a letture leggere, non impegnative e che avessero a che fare con la natura, tipo: “Il vecchio e il mare”;
“Robinson Crusoe”; “Il richiamo della foresta”; “Cast away”.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo. Penso che il digitale, soluzione al passo con i tempi, non potrà soppiantare del tutto la romantica lettura di un libro cartaceo.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Questa è la prima esperienza che mi vede pubblicare uno scritto. Penso sia prematuro parlare di carriera di scrittore.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’appartenenza al gruppo FB “Sei di Bari vecchia se…” mi ha indotto ad incominciare la pubblicazione di storie, fatti, sonetti, aforismi e tant’altro in dialetto barese. L’aver visto l’apprezzamento e il supporto riservatomi dagli altri membri mi ha dato lo spunto per raccogliere il tutto in una pubblicazione. Il barese verace come me, quando pensa non lo fa in italiano ma in dialetto, a questo gli ho aggiunto la passione per le letture in dialetto di vari ed eminenti autori locali; la vocazione a scrivere dediche riservate al festeggiato/a in tanti e diversi eventi a cui ho partecipato. Tutto questo mi ha spinto a gettarmi in questa avventura.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un’esperienza bellissima, unica nel suo genere e mai provata prima. È come vedere nascere e crescere un proprio figlio.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie Tina. Che mi ha spesso aiutato e dato lo spunto nella ricerca di battute nei dialoghi dei personaggi da me descritti.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una novità da scoprire per chi non lo ha già fatto. Guardando lo scenario dell’editoria in generale, rapportato con lo sviluppo dei media, farà si che l’ascolto dei racconti, raggiungerà presto ottimi risultati.