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07 Giu
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Intervista all'autore - Fabrizio Rango

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere sollecita la ricerca di empatia, comunicare ciò che provo nel parlare di una certa cosa con la consapevolezza e il desiderio insieme di intercettare il "sentire" degli altri.
In altri termini comunicare un'emozione che avverto essere di tanti per ritrovarci a vibrare con la stessa frequenza.
Su questo preciso tema, inoltre, scrissi una canzone anni fa, indagando il processo creativo che si consacra proprio nella condivisione, con chi ascolta, di una o più emozioni. Una tua emozione che diventa di tanti!
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ho due figlie poco più che trentenni e mi capita spesso di suonare la chitarra in band di ragazzi 30enni o poco più. La mia interazione con questo mondo è frequente e lo è sempre stata. Dunque ho avuto e ancora ho la possibilità di capire fino in fondo quel mondo così diverso da quello che io stesso ho vissuto a quell'età.
Questo mi ha consentito di riflettere criticamente sulla posizione normalmente assunta dagli " adulti" (me incluso!) mettendo in discussione posizioni aprioristiche e ormai anti-storiche.
In fondo è proprio questo il compito della filosofia: mettere in discussione le proprie convinzioni per valutarne obiettivamente la fondatezza!
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
L'intenzione è quella di dare un modesto contributo ai giovani per comprendere come si è arrivati alla situazione attuale lungo un percorso di circa 50 anni. Un mondo che procura loro angoscia e tanto diverso dai precedenti. Un mondo che palesa la propria insufficienza nell'intero Occidente le cui sorti appaiono indissolubilmente legate a quelle della impostazione giudaico-cristiana.
Baget Bozzo, acuto uomo di Chiesa e fine intellettuale, affermava infatti che il tramonto dell'Occidente avrebbe segnato la fine del Cristianesimo, inteso come concezione di vita, e viceversa.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, è stato facile grazie alla mia passione per la musica. Ho pensato che la musica potesse rappresentare un pretesto interessante per i giovani e da lì mi sono documentato sugli artisti attuali e sul mondo del Rap in generale.
Ovviamente conoscevo piuttosto bene la produzione artistica di Gaber e De André per ragioni anagrafiche.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei sicuramente l'intera produzione letteraria del Prof. Umberto Galimberti a mio modesto parere l'ultimo grande intellettuale dell'occidente.
Galimberti riesce a far capire in modo semplice cosa la filosofia sia, a cosa essa possa servire, cosa i pensatori del passato e dell'epoca moderna hanno saputo elaborare e aggiunge a tutto ciò le proprie idee e visioni che personalmente condivido fino in fondo.
 
Ebook o cartaceo?
La risposta non può non essere condizionata dal dato anagrafico che mi individua come figlio della carta stampata. Ho naturalmente provato e riprovato ad utilizzare l'Ebook ma il rapporto fisico con la carta resta comunque dominante.
È come se dal contatto fisico e dall'infierire sulle pagine con matite ed evidenziatori si agevolasse fino in fondo il processo di trasfusione della conoscenza dai vari autori letti a me stesso.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Come ho scritto nella mia presentazione faccio altro per vivere ma ho sempre avuto passione per la scrittura manifestata fin dai miei 18 anni con le canzoni di cui componevo anche la musica.
Ma l'economia di una canzone e le regole di base della metrica musicale pongono dei limiti evidenti mentre questa volta sentivo l'esigenza di una maggiore libertà espressiva.
Credo che proseguirò questa mia nuova attività e in proposito ho già in cantiere delle idee da sviluppare.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Un aneddoto in effetti c'è.
Ho detto che mi capita di suonare con delle band utilizzando sale prova dove si alternano gruppi musicali diversi secondo una turnazione precisa. Una volta mi capitò di entrare in sala mentre il chitarrista del gruppo che ci aveva preceduto era ancora intento a riporre chitarra, cavi e pedaliera. Fu per lui (25 anni) del tutto naturale darmi del "tu" perché lì dentro eravamo solo due musicisti. Una delle volte successive mi capitò di incontrare questo ragazzo nel parcheggio di questo posto cioè fuori dalla sala prove e lui si rivolse a me dandomi del "lei".
Capii chiaramente la potenza della musica e nacque in me la curiosità di addentrarmi nel loro mondo con maggiore attenzione e profondità.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sicuramente emozionante perché, a differenza delle canzoni che sono sempre rimaste nel mio cassetto, questa volta esiste potenzialmente la possibilità di condividere le proprie emozioni con un pubblico che vorrei tanto fosse composto da giovani.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia compagna Anna ha potuto seguire le varie fasi della scrittura fino alla stesura definitiva.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che possa essere interessante sotto molteplici punti di vista soprattutto per i giovani che hanno meno confidenza con la lettura.
Una narrazione audio ben fatta può riuscire a catturare l'attenzione dell'ascoltatore che ritengo sia il punto cruciale di questo veicolo di comunicazione: l'attenzione.

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