Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Enrico Delle Donne, ho ventuno anni e vengo dall'isola di Ischia. Sono laureando in Sociologia presso l'Università Federico Il di Napoli, nella vita ho diverse passioni: amo la musica, l'arte e la lettura.
Ho iniziato a scrivere poesie all'età di quindici anni circa, in maniera del tutto casuale e spontanea e col tempo ho capito che effettivamente la scrittura è parte di me, una parte che fino al momento della pubblicazione di questo libro, nessuno ha mai conosciuto e spero valga la pena farla conoscere.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento preciso della giornata in cui scrivo, è rarissimo che scriva di proposito. Solitamente quando sono sereno noto che tendo a non scrivere, quando invece c'è qualcosa che mi turba o che mi suscita forti emozioni, nella mia testa nascono, senza volerlo, dei versi che devo mettere su carta per non farli sparire dalla mia memoria.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è Gianluca Gotto, scrittore di romanzi che talvolta sono stati per me fonte di ispirazione. Le sue opere trattano argomenti di filosofia orientale e in particolare di buddismo zen, quest’ultimo inteso più che come religione vero e proprio stile di vita. Mi sono appassionato ai suoi scritti che mi hanno aiutato a comprendere che la vita va intensamente vissuta nel tempo presente (l'unico che abbiamo a disposizione in questo momento), imparando ad accogliere e ad accettare anche gli eventi negativi oltre quelli positivi. In fondo non apprezzeremmo appieno le giornate di sole se non ci fossero i temporali.
Perché è nata la sua opera?
Mi sono ritrovato con un manoscritto nel cassetto composto da un così elevato numero di poesie che ho deciso di pubblicare. Mi sono messo in gioco ed ho inviato il manoscritto alla vostra casa editrice, che, con mia sorpresa lo ha ritenuto idoneo alla pubblicazione. Sono felice di aver realizzato un sogno, ma al contempo non mi sento ancora pronto a condividere i miei pensieri con gli altri, poiché, come ho già detto, nessuno ne era a conoscenza.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale sicuramente influisce tantissimo sulla mia formazione letteraria e sulle mie poesie. Nel quotidiano, le persone con cui sono a contatto, ogni esperienza vissuta nei luoghi dell’isola in cui vivo, come pure in quelli che ho visitato durante i miei viaggi, sono fonte inesauribile dei miei pensieri e diventano ispirazione per le mie poesie. Certamente devo riconoscere che gli ultimi anni delle scuole superiori mi hanno avvicinato alla letteratura, condizionando la mia formazione letteraria. Fondamentale infatti è stato il mio rapporto con l’insegnante di italiano, alla quale sono grato per avermi trasmesso la passione per le opere letterarie e per avermene fatto comprendere la bellezza, nonostante a quel tempo mi opponessi ai suoi insegnamenti. Inoltre, grazie ai consigli di mia zia, mi sono avvicinato alle opere più impegnate, che per altro, mi hanno suscitato il desiderio di intraprendere il percorso universitario. Quest’ultimo è stato un ulteriore fattore di spinta verso la scrittura.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Da qualche anno ho maturato l’idea che è molto più interessante vivere la realtà piuttosto che sognarne un’altra. Le mie poesie, nascono dalla intensa curiosità verso la vita desiderando semplicemente di raccontarla. Tuttavia quando insorge l’impulso involontario di mettere su carta quanto si imprime nella mia mente, mi disconnetto dalla realtà e do vita ad un testo.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ciò che ho scritto c'è tutto di me, la vera parte di me, quella autentica, quella più sincera.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mio nonno Enrico è stato determinante per la nascita del mio libro, che a lui è dedicato e che non a caso, reca in copertina un suo dipinto. Mio nonno, raffinato ed intenso pittore, mi ha avvicinato all’arte sin da bambino ed è stato fonte di ispirazione per diversi miei componimenti. Fu lui per la prima volta a parlarmi della poesia come impeto creativo, naturale, potente e talvolta involontario. Fu lui per primo a riconoscere in me una sensibilità artistica ed a spingermi a scrivere. Probabilmente senza di lui non avrei mai scritto nulla. È deceduto il 20 maggio del 2022, ed io ho fortemente voluto che il mio libro uscisse proprio a distanza di due anni dalla sua morte.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima a leggere i miei scritti è stata Milena, la mia fidanzata ed "editrice personale”. Il rispetto e l’appoggio reciproco che connota il nostro rapporto, ha consentito di concretizzare il mio sogno. Anzi devo dire che lo devo soprattutto a lei, a cui dedico "Lettera a Milena" e diverse altre poesie presenti nella raccolta. Un altro ringraziamento speciale va a mia sorella, che è la seconda ad averne lette alcune e mi ha spinto a pubblicarle. Infine ringrazio anche i miei genitori e mia zia Gabriella che hanno sempre creduto in me.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Nell'era digitale in cui viviamo ritengo che l’ebook potrebbe avvicinare molte più persone alla lettura soprattutto i giovani che più di tutti utilizzano i dispositivi tecnologici e che senz’altro si sentono più vicini agli ebook che al cartaceo. Il cartaceo infatti sta scomparendo, soppiantato dal digitale, anche dalle scuole e dagli uffici burocratici. Tuttavia non posso negare che la lettura in ebook è asettica e che mai potrà suscitare le sensazioni che si provano leggendo un cartaceo.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che l'audiolibro sia una buona novità come strumento di conoscenza e intrattenimento, utilizzato da chi non ha la possibilità di leggere ed offre un’ottima chance per imparare. Soprattutto penso che l’audiolibro sia una forma intelligente di inclusione per coloro che per impedimenti fisici non sono in grado di leggere.