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21 Mag
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ntervista all'autore - Filippo Provenzani -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Con la penna in mano, spesso di notte, in silenzio e solo con il mio vissuto, riesco a trovare stimolo per dare vita alle mie storie; qualcosa di sublime mi pervade corpo e mente e mi rende soddisfatto.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
tanto è il vissuto quanto il surreale, il sognato, l'inconscio: tanta parte di me che a volte nemmeno io conosco e che rileggendomi mi meraviglia e mi sorprende.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
questo libro racconta una parte di una mia vita, direi la prima in senso cronologico, perché ne ho vissute diverse ed in ogni libro ne racconto qualcuna.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non è stato difficile dare un titolo: il Professore è colui che ti insegna a vivere, a sviscerare quanto di buono è nel tuo io, nelle tue capacità; è colui che ti sceglie tra tanti e tu devi solo seguire i suoi insegnamenti, le sue pulsioni, i suoi istinti; tu lo segui perché ti rende felice, uomo vissuto nel bene e nel male.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri: leggendo e rileggendo scopri te stesso ed il mondo che ci circonda dando un senso alla vita terrena.
 
Ebook o cartaceo?
Ebook è il presente ed il futuro ma io amo il cartaceo, l'odore acre della carta ingiallita, gli appunti accanto e sotto le righe, i fogli ripiegati e le copertine sgualcite.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando ho smesso di dedicarmi alla mia professione di medico di famiglia, quando sono rimasto senza la compagna della mia vita, quando mi sono reso conto che la carta e la penna erano i miei soli amici e testimoni del malessere interno.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non scrivo programmando, mi siedo, prendo carta e penna ed apro il sipario: scrivo quello che in parte ho vissuto, ho visto, ho sognato, avrei voluto fare, anche guai, dolori , esperienze negative; un episodio ho raccontato che ancora suscita l'ilarità di chi legge: in un collegio da dieci a 17 anni, iscritto al primo anno di università, inesperto in tutto, mi sono ritrovato sull'Etna da solo con una ragazza smaliziata che vedendomi sprovveduto mi ha chiesto se mi andava di "farmi una limonata": dopo averci pensato un po’ ho risposto che il bar del rifugio era chiuso e non sapevo dove andare a comprare le limonate!
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una grande soddisfazione, ti rendi conto di aver consegnato ai posteri una parte importante del tuo vissuto, ai tuoi nipoti la tua storia, il tuo mondo.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio figlio Fabrizio, il più piccolo, particolarmente sensibile ed a me legato.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È il futuro, le nuove generazioni ne trarranno vantaggio

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