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20 Mag
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Intervista all'autore - Nazzareno Palanca -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un passatempo creativo. È come organizzare uno spazio sacro tutto per me, dove la carta e penna, sono i padroni di casa.
Mi sento vuoto, in attesa che qualcosa emerga dal profondo dell'inconscio. Anche uno scarabocchio mi va bene.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In tutto il libro e i suoi personaggi. La vita è come il gioco dell'Oca, dove vi è una partenza e un arrivo. Tu lanci i dadi che sono le tue scelte di vita o azioni, per trovarti in un regno, dove l'amore trionfa in relazioni armoniose, oppure perderlo e localizzarti in solitudine sulla cima di una montagna pieno di conflitti interpersonali. Mi identifico molto, o vorrei, nella figura di Mosè. Un personaggio della storia che ha riconquistato, il sentimento dell'amore che aveva perduto, abbandonando il potere e il dominio del Sé grandioso della montagna. In questo libro è l'amore il vero protagonista.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il significato più profondo nascosto nel libro è: che l’infelicità dell'uomo conseguente alla sua cacciata e caduta dal paradiso terrestre, non è dovuto a un atto di disobbedienza, il non aver obbedito alla legge impartita da Dio, anzi, ma alla perdita dell'amore, di quell' aspetto femminile dell'essere umano che rende l'uomo divino, ovvero che si prende cura di sé, degli altri e del creato.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
All'inizio, prima della pandemia e la malattia del Covid, il titolo era "Un Dio fin troppo umano", riferendosi al Dio della montagna dell'Antico Testamento. Terminandolo e considerando il percorso di scrittura che va da una mia Genesi alla figura di Gesù, ho optato per "Il mio racconto biblico" e sul filo di lana ho aggiunto: Una questione di amore. Non ho combattuto è stata una conseguenza di ciò che ho scritto.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il libro che vorrei con me in un'ipotetica isola deserta è la Bibbia. Perché è il libro più venduto nel mondo e nello stesso tempo il meno letto. In un'isola deserta lontano da distrazioni, avrei tutto il tempo per leggerla tutta. Siccome l'autore è Dio, averlo come compagno nell'isola è veramente il massimo della vita.
 
Ebook o cartaceo?
Un albero sceglierebbe Ebook. Io dico Cartaceo con carta riciclata. Mi piace sottolineare e scrivere negli spazi bianchi della carta.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Vi ricordate negli anni 90 il gruppo musicale a cappella italiano i Neri per Caso?
Togliamo la parola Neri e al suo posto mettiamo scrittore. Scrittore per Caso. Non voglio parlare di carriera. La mia carriera fino a 61 anni è stata infermieristica. Diciamo che ho fatto strike al Bowling al primo lancio come principiante al gioco.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Avete presente la Teofania del Dio di Israele avvenuta in una montagna, ancora oggi non identificata al 100%, della penisola del Sinai? Il Dio della montagna che si trova sulla cima si manifesta al popolo di Israele che si trova ai piedi del monte usando Mosè che sale e scende incessantemente, per portare le istanze di Dio a Israele e le lamentele del popolo a Dio. L'immagine di potere, Dio in alto sulla montagna e il popolo di Israele in basso ai suoi piedi, mi ha sempre colpito. Come mai la Bibbia parla di un Dio geloso? A questa domanda mi è venuta in mente la canzone di Bobby Solo " Gelosia". Da questo siparietto a tre e dalla grande gelosia e ira del Dio della montagna è partita la molla per scrivere il libro.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sono rimasto di stucco, meravigliato: una bellissima sensazione. "Ma l'ho scritto io?", mi chiedevo mentre lo rileggevo fino alla nausea.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In primis mia sorella Nicoletta, insegnante di scuola elementare in pensione.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ascoltare implica molta attenzione e molti particolari del libro potrebbero sfuggire. Quante persone all'uscita dalla chiesa ricordano le letture della Messa?
Come gli ebook non possiedo audiolibri.

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