Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Beh... non so se diventerò uno scrittore, per quanto non posso escludere che a questo libro ne possano seguire altri...
Ho scritto articoli, nel passato, e qualcosa faccio ancora ora, articoli, pubblicati on line, su vari argomenti che al momento mi interessavano... anche in campi diversissimi tra loro.
Vengo dal mondo delle scienze naturali, biologiche, una volta si sarebbe detto... positive. Sono sempre stato affascinato dal mondo che avevo intorno, dalle sue più piccole componenti a quelle immense, di scala cosmica.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Generalmente la mattina, meglio se presto: si ha più lucidità e si è più riposati. C'è più silenzio, più raccoglimento e l'alba, il sole che sorge aiuta a portare fuori quello che si ha dentro...
Il suo autore contemporaneo preferito?
Attualmente è un fisico: Carlo Rovelli.
Perché è nata la sua opera?
Per via di un insopprimibile bisogno di raccontare, evidenziare una cosa ovvia, sotto gli occhi di tutti ma, mi pare, da quasi tutti ignorata. Non siamo una specie perfetta (non ne esistono di specie perfette) e non abbiamo tutto ciò che serve per indagare tutto ciò che, eventualmente, c'è, là, fuori di noi. Ma ci comportiamo come se avessimo tutto ciò che è necessario. Conosceremmo, quindi, tutti gli elementi essenziali, in maniera non perfetta (ma perfettibile) ma li avremmo individuati tutti. Inoltre, ci comportiamo, pur sapendo che non è così, come se la nostra Scienza fosse conclusa e, a parte piccoli-grandi aggiustamenti, come se, ormai, il più fosse fatto. Sappiamo che non è così, ma da ciò non nasce un atto di umiltà che porterebbe a considerare diversamente ciò che veramente esula, forse quasi totalmente, dalle nostre potenzialità conoscitive.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Mi sono mosso di più sulla letteratura scientifica ma, quella minimale "classica", letteraria s.s. ha avuto comunque la sua grande influenza. Mi piace molto Pirandello di cui ho letto soprattutto le Novelle.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un modo per raccontare, mi sembra, una realtà negletta, comodamente e cautamente dimenticata.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Moltissimo: il "mio" modo di vedere il mondo, la "realtà".
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Come persona...no. Ma qualche contatto stimolante che ha accelerato nella direzione del libro e non più verso quella di articoli sì.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il saggio lo ha letto per prima moglie.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso di sì, visti i tempi. Ma a me piace avere il cartaceo fra le mani: devo poter riandare con facilità da una pagina a quella precedente, annotare con una matita a mina, evidenziare magari con una penna, un pastello rosso e blu. In somma: avere la carta tra le mani e un oggetto fisico quale è il libro, per me è qualcosa che non ha eguale nell'ebook.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Francamente non la conosco ma penso che potrebbe avere una grandissima utilità per una certa categoria di persone e per chi volesse abbandonarsi al solo ascolto di un testo, di un'opera.
