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BookSprint Edizioni Blog

16 Mag
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Intervista all'autore - Stefano Colelli -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono cresciuto nelle province tra Brindisi e Lecce, e la mia infanzia è stata segnata da ricordi affievoliti e falsi miti legati all'era d'oro del contrabbando e dei primi sbarchi degli scafisti dall'Albania.
La mia passione per la scrittura è nata sin da giovane, ma è stata solo dopo aver vissuto esperienze significative e complesse che ho deciso di condividere la mia storia e le mie riflessioni attraverso la scrittura.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dedico la maggior parte del mio tempo al lavoro e quello che resta non posso che prendermi cura della mia famiglia. Alla scrittura dedico il tempo che sono costretto a stare solo con i miei pensieri come nei tragitti sulla metropolitana o durante le ore notturne, quando il silenzio e la calma mi permettono di non avere urgenza. Così il mio tempo si azzerava e diventava un ennesimo impegno. Un obbiettivo per cui però necessitavo di piccole ricompense come uscire a bere o mangiare in qualche bel locale dopo lavoro. Togliendomi sonno ed energie non solo per il resto, ma anche per la scrittura stessa che più volte ho abbandonato. Il libro parla di un percorso di crescita e questo non vuol dire arrivare a vivere su uno yacht ma rendermi meglio conto di che sto facendo. Serve imparare a fare dei sacrifici più costanti che grandi. E ascoltarsi perché non sempre sì è produttivi quando si vuole. Così ho capito che serviva dedicare del tempo senza sforare. A volte l'equilibrio è fatto da estremi e bisogna imparare a riconoscere è il momento di passare ad un altro lavoro oppure è solo pigrizia.
E fidatevi, non è affatto facile.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Tra gli autori contemporanei, ammiro molto lo stile di Umberto Galimberti e Mauro Scardovelli. Se hai un dizionario per capire un po' meglio chi sei e chi sono gli altri allora puoi spaziare su qualsiasi genere. Ma senza una base no ln potrai goderti trame, caratteristiche dei personaggi e vedere le citazioni tra le righe. Ti sfugge il perché un autore ha scritto determinati dettagli. Ma se devo scegliere il libro che ha schiacciato sull'acceleratore della mia scrittura è stato quello di Antonio Dikele Distefano con " non ho mai avuto la mia età ". Il libro giusto al momento giusto. Anzi un mondo di scrivere giusto letto nel momento più giusto per riuscire a spostare l’equilibrio sulla scelta di fare sul serio e trovare soluzione alle molte difficoltà che questo libro ha avuto davanti per poter vedere la luce. Una lettura in pandemia di un libro preso in prestito dalle decine di libri di mia moglie. Semplicemente mi ha dato il piacere di leggerlo e ha acceso la voglia di fare di quei miei scritti un libro che potesse dare un simile effetto.
 
Perché è nata la sua opera?
Come ho ripetuto nell' intero testo del libro, la mia più grande paura è da sempre il giudizio. Che a volte PMI viene da affrontarlo con spocchia e sfida. Nelle volte peggiori invece mi riesce a sopraffare. Altra ragione, anche collegata, è il timore di non essere capitato. Ed allora quale scusa migliore di un libro per dire quasi tutto senza avere interruzioni mentre lo fai.
Poi chiaramente il discorso si è allargato ad altre necessità man mano che gli anni da descrivere e si accumulavano.
E si inseriva la voglia di essere utile anche per qualcun'altro cercando di dare voce a situazioni e persone che non sempre hanno avuto abbastanza voce
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui ho vissuto ha sicuramente influenzato tutto di me. Non avendo mai avuto una mia formazione letteraria agli inizi dei primi testi scritti su fogli di carta erano stati cinema e radio a fornirmi gli spunti e ispirazioni per decidere che parole utilizzare nelle mie storie. Ricordo da che ho memoria di essere un appassionato di ogni scena in cui hanno utilizzato la voce fuori campo e sicuramente non posso fare a meno di citare il format di Virgin hotel che mi ha emozionato troppe volte. Chiaramente poi sono venuti gli interessi e i libri che hanno tappato in parte le lacune che mi rendevo conto di avere leggendo Fabio Volo o Pedro Almodóvar.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La scrittura per me è stato molte cose diverse. In base alla pesantezza del momento. Da una salvezza a un obbligo difficile da starci al passo. Fino ad una fissazione poco sana. Allo stesso tempo mi offre a lungo termine un'opportunità di evasione e di esplorazione emotiva.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo che ci sia molto di me nel mio romanzo, essendo autobiografico. Non per megalomania ma per riuscire a dare un senso a tutto questi anni. Soprattutto nei momenti in cui faccio entrare nella storia del mio personaggio alcune cose accadute ad altre persone. Ci tengo a sottolineare che non ho inventato nulla che non mi sia successa realmente. Questo ci tengo a dirlo. Ho scelto di inserire quello che credo sia un cinque percento di aneddoti che valeva la pena farne passare il messaggio anche se non direttamente accaduti a me ma a cui ero comunque legato e testimone di quello che stava succedendo.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Credo che questa domanda che a prima vista mi era sembrata di rito tanto da sottovalutarla, mi ha poi fatto ricordare un aspetto del libro che in realtà ho sempre saputo, voluto e scritto anche all' interno di alcune prefazioni. Ho specificatamente prefazioni al plurale perché ogni capitolo ne ha una piccola dedicata. Ogni capitolo è lui stesso una dedica ad una persona che in quel momento storico ha tirato su l’asticella o cercando di tirarmi giù con lui, facendomi arrivare più vicino alla persona che sono oggi. C'è ne sarebbero quindi troppe di persone da citare e forse non tutti ne sarebbero felici. Chiaramente senza il supporto di mia moglie non so se sarebbe stato possibile arrivare a fine pubblicazione. Scontrarsi con la sua concretezza per fortuna è stata alla base anche dei miei migliori cambiamenti. Essere un ragazzo che non amava programmare e viveva tutto ora per ora creava molte ferie nel rapporto con lei che ho dovuto iniziare a curare in qualche modo e sono finito a farlo scrivendo. Ad averla accanto sono stato fortunato. Però la sua stessa lucidità nel vedere le cose mi portava spesso a dubitare dell'interesse che poteva avere il pubblico dei lettori della mia storia. Pensava alle difficoltà di trovare chi fosse interessato alla storia, da chi potrebbe acquistarlo e le conseguenze sulle nostre vite private. Visto che è di questo che si parla. Del rischio che un qualsiasi investimento economico potesse non rientrare. Ho dubitato e abbandonato spesso questo libro ma se alla fine siamo qui a parlarne è perché ne siamo andati fieri e se è migliorato anche il libro sicuramente è stato grazie al suo porsi domande. atto che posso ringraziare sicuramente delle persone che più di altre mi hanno quasi costretto a prendere il coraggio di superare le difficoltà per pubblicare un libro che ho capito non essere molto standard. È scomodo e non politically correct. Oltre che per le esigenze economiche che richiedeva questa pubblicazione
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Credo che nella versione smussata dalla sua spigolosità non l'abbia ancora vista nessuno. Confesso che anche mia moglie che ha collaborato in modo serio in molti punti, ha voluto attendere l'arrivo della sua copia cartacea che profuma d'inchiostro fresco. Diciamo che è stata come quei doppiatori che vedono per la prima volta tutto il film completo dopo aver fatto una serie di sessioni quasi sconnesse fra loro. Invece la sola ad aver letto la prima versione della storia integrale è stata una delle tre persone che ho ringraziato prima. Una ragazza fantastica a cui voglio molto bene e so che ama poco apparire per questo eviterò nomi. Ecco lei è stata la scintilla che mi ha fatto riaccendere la voglia di scrivere prima per me quando ancora la storia la reputavo il classico libro nel cassetto. E dopo un po' mi è riuscita a tirare fuori da quel pantano che mi stava tenendo un po' bloccato ma non solo nella scrittura che era il minimo problema. È stato un periodo bello tosto. È stata un defibrillatore per me.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso che l'ebook abbia sicuramente un ruolo importante nel futuro della lettura. È un momento magico in qualsiasi modo se risolva il problema di dare la maggiore accessibilità possibile per, anche attivare più categorie di persone. Ho conosciuto persone che non hanno mai letto un libro cartaceo ed in tarda età hanno iniziato a leggere libri di crescita personale su schemi di telefono mentre erano in metropolitana. Non si può pensare di educare alla lettura per piacere e fine a sé stessa da grandi. Ma almeno si può mettere sotto al naso uno strumento che ti può portare a leggere un romanzo di cultura oltre che il libro di come fare trading o smettere di fumare.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L' Audiolibro rappresenta sicuramente una nuova frontiera interessante, offrendo ai lettori un'esperienza narrativa diversa e permettendo loro di godere dei libri anche in situazioni in cui la lettura tradizionale potrebbe non essere possibile.

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