Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura per me rappresenta il momento di evasione dal mondo esterno e coincide con l'istante in cui riesco a conoscermi sempre di più.
È una necessità che mi chiama e mi emoziona sempre poter dare voce al mio 'io' interiore e, perché no, anche a quello di qualcun'altro.
Scrivere è quel punto di incontro tra rischio e consapevolezza perché mettersi a nudo di fronte al mondo è sintomo di coraggio, in primis. In secundis vi è la presa di coscienza e di conseguenza la sensazione di sentirsi più liberi e più leggeri. Se provassi a descrivere con una parola cos'è per me la scrittura direi "amore "...una forma d'amore verso sé stessi.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Se non fosse presente la mia vita reale non staremmo parlando di un mio libro. Le mie poesie sono il riflesso di un percorso, di stati d'animo e di momenti
che in bene o in male hanno seminato in me ispirazione e, come già detto, alimentato la necessità di esprimermi attraverso ciò che ritengo essere la forma più intima di amor proprio.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stata una grande soddisfazione, vedere il libro prendere forma ha richiesto tanto impegno, ho scelto di valorizzare al massimo ogni componimento
curando il lato stilistico in maniera scrupolosa e attenta.
Però ci siamo ed è solo l'inizio.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
A dirla tutta si, è stato molto semplice, fin troppo semplice.
L'idea di partenza è sempre stata quella per cui la nascita del titolo è stata una conseguenza naturale delle mie esigenze.
Esprimere il concetto del disordine è stato il mio primo pensiero e collegandolo direttamente al mio mondo, quindi la poesia, quindi la penna, quindi la scrittura beh...ecco il "DISORDINE DELLE MIE MANI"
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non so se un’isola deserta sarebbe il locus amoenus adatto per me.
Partendo da questo presupposto comunque credo che vorrei sempre una copia della divina commedia.
Ritengo che Dante sia come un padre per me (un po' per tutti coloro che almeno una volta nella vita ne hanno letto i versi) nell'ambito spiccatamente letterario. Se io, umile e modesto ragazzo di 17 anni, sono qui è anche grazie a lui, è stato lo scrittore con cui mi sono interfacciato per la prima volta alla poesia ed è sempre a lui che devo parte dei miei componimenti, è un legame a cui non so dare il giusto lustro parlando ma è tanto intenso come quello tra genitori e figli.
Ebook o cartaceo?
Per me qui la scelta è molto semplice.
Partendo da un presupposto per me cruciale: basta che si legga e tutto va bene.
Ma in un mondo dove è innegabile che la cultura del libro si stia sfaldando e perdendo sempre di più credo che l'ebook non faccia che alimentare lo stato di confusione e perenne distrazione dell'uomo. Troppi impulsi che impigriscono la mente e la rendono vulnerabile alla contaminazione dell'attenzione.
Per cui continuo a difendere a spada tratta il cartaceo ma sempre aperto a visioni in grado di farmi apprezzare e cambiare idea sull'ebook.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando non saprei dirlo con esattezza. Il primo approccio con la scrittura l'ho avuto in seconda media, a 12 anni, esprimendo la visione del mondo di un bambino. Quando mi capita di rileggere quei primi versi sorrido pensando a quanto mi sia evoluto come persona ancor prima che di scrittore.
Perché questa strada? beh in parte ho già risposto precedentemente, è lo stesso motivo per cui ho cominciato a scrivere, sentirmi libero e tendere una mano al mondo...se questa mano viene stretta anche solo da una persona su 8 miliardi per me la poesia ha vinto, io e la mia poesia abbiamo vinto.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è stata come un "fulmine ponderato", mi spiego meglio.
È nata quasi per caso, con tono ilare e scherzoso, ma poi ho avvertito un senso di appartenenza a questa arte sempre maggiore, sempre più vivo che ha alimentato e dunque portato avanti la storia e la realizzazione del libro.
Fulmine quindi per il caso, ponderato perché c'è una mole di lavoro e dedizione dietro non indifferente.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione unica, facevo salti di gioia fino a toccare il cielo quando ho ricevuto la mail dove mi dicevano che il libro era andato in stampa. Il pathos è una fiamma che brucia dentro di me e quindi quando il sogno di quel ragazzo che ha cominciato a scrivere quasi per caso è diventato realtà...non sono riuscito a contenere l'entusiasmo e non vedo perché dovrei farlo.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona è stata mia madre. È lei che mi ha dedicato il suo tempo e mi ha costantemente accompagnato in questo percorso e quindi approfitto per dirle grazie per aver creduto in me e aver sopportato i momenti in cui magari l'ispirazione veniva meno o il tempo era troppo poco. Grazie, Mamma.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È uno sbocco interessante e molto promettente per il mondo della lettura.
In questa maniera si ha un rapporto diretto tra lettore e lettura poiché, grazie alla recitazione e alla voce che viene data al testo, ci si può immergere ancora di più in ciò che si legge. Ho anche acquistato un libro contenente questo formato e consiglio a tutti i lettori, almeno una volta, di sposare tale possibilità.
