Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Sono nata e vivo a Casale Monferrato, una cittadina del Piemonte, vicino ad Alessandria. Ho frequentato l’istituto alberghiero e io in quello che ho studiato, stavo veramente vedendo un futuro, me lo immaginavo un futuro in questo lavoro.
Quando ho terminato gli studi e ho incominciato a mandare i primi curriculum proprio per quello che ho studiato, tragedia. Non andavo bene per l’età, per la scuola che ho frequentato (paradossale) e per la troppa competenza mi sono anche sentita dire. Così, ho deciso di mandare curriculum anche per altri lavori. All’incirca 5 mesi dopo la morte di mio papà, prendo il computer e decido di scrivere una sorta di commiato, una sorta di saluto a mio papà, come per esorcizzare la sua morte. E poi, magia! Ho incominciato a buttare giù delle idee su una storia completamente inventata, così tanto per gioco. E man mano che scrivevo le idee venivano sempre più fuori e sempre più forti, quindi ho assemblato il tuo tutto, e da lì è venuto tutto in automatico scrivere. Appuntavo delle cose più che altro per vedere se con la storia che avevo in mente ci stavano bene, quindi aggiungevo e toglievo, aggiungevo e toglievo, ed esattamente 4 mesi dopo, avevo completamente finito il lavoro. Ho pianto di gioia, ero felicissima di aver scritto una cosa di mio punto e con mano mia. Poi mi sono fatta prendere un po’ dall’ansia, avevo paura di buttarmi in questa esperienza, cosi lo lasciai lì nel mio computer per un anno e mezzo, fino ad oggi, dove ho preso coraggio e l’ho dato in mano alla BookSprint. Sono non felice, di più di averlo fatto e aver realizzato un mio piccolo sogno.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Al pomeriggio. La mattina poche volte perché magari non sono ben concentrata sul lavoro, al pomeriggio invece sono molto più attiva ed energica, qualche volta la sera ma più che altro mi metto a correggere le cose che ho scritto in precedenza. Quindi direi assolutamente pomeriggio.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Niccolò Ammaniti. Il suo libro migliore è “Io e te” letto in quarta o quinta superiore non ricordo bene adesso, ma mi ricordo perfettamente la storia ancora ad oggi a memoria.
Perché è nata la sua opera?
Come ho detto prima, è stata scritta dopo aver terminato un commiato per il quinto anniversario della morte di mio papà. È nata perché comunque a 21 anni volevo mettermi in gioco e vedere se tutti gli insegnamenti delle mie professoresse d’italiano, due in particolare, delle superiori, avrebbero dato i loro frutti. E posso confermare che così è stato.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tanto, perché senza una buona base di studio, o comunque degli spunti da cui prendere ispirazione se si hanno bisogno, tutti questi romanzi che leggiamo o vengono pubblicati ogni giorno non esisterebbero.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe. Alcuni scrittori scrivono estraniandosi completamente dal mondo esterno, altri invece rimangono con le mani ben salde alla realtà.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
È una storia completamente inventata, di conseguenza non faccio riferimento alla mia vita. Però rileggendola, mi sono resa conto che gli atti di bullismo che questa ragazza compie sulle persone, mi riportano indietro nel tempo, a quando io, purtroppo, ho subito bullismo alle scuole medie da parte di una persona per me, all’epoca, molto importante. Quindi nel testo non appunto non faccio riferimento alla mia vita, ma questi episodi mi riportano indietro con la mente.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia mamma, una donna meravigliosa, forte, speciale, incredibile. Mia sorella, una persona tenace, che si è reinventata nella vita e ha cambiato completamente lavoro, una donna bellissima. Le mie amiche, che dal primo momento mi hanno sostenuta in questo mio progetto lavorativo. E anche se indirettamente, mio papà e mia nonna, che non sono più qui con me.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mamma e mia sorella, mie più grandi sostenitrici.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me sì. Il mondo sta cambiando, si sta evolvendo, e anche le tecnologie avanzano, e quindi portare nuove forme di lettura possono essere dei buoni metodi interattivi, magari soprattutto per i giovani. Anche se leggere con il cartaceo in mano non mi dispiace affatto. Proprio lo sfogliare il libro pagina dopo pagina, una soddisfazione.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche questa, in relazione all’ebook, potrebbe essere un buon metodo per i giovani, ma anche per le persone più adulte, quindi stessa identica cosa come per l’ebook, si evolve tutto al giorno d’oggi, di conseguenza provare dei metodi nuovi sono sempre validi e buoni.