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26 Feb
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Giulio Rebecchi racconta “Soldati”: vicende di guerra tra solidarietà e speranza

Un libro sulla guerra che parla di umanità. Scorrendo le pagine di “Soldati” si ha la netta sensazione che questo racconto vada oltre il solito diario-bollettino sulla Seconda Guerra Mondiale. La Storia ci viene narrata attraverso le peculiari vicende di alcuni uomini, accomunati dalla stessa sorte, quella di essere chiamati a combattere, su fronti opposti e totalmente avversi.

Le loro giovani vite sono fotografate in un uno dei momenti più importanti dell’ultimo secolo, i giorni che precedono la fine della guerra, ed in particolare quelli che seguono la firma dell’armistizio di Badoglio con gli alleati. Il Paese è nel caos, non si sa di chi ci si può fidare, gli italiani sono stretti in una morsa che vede da una parte l’avanzare della vendetta tedesca, dall’altra l’inesorabile avvicinarsi dei liberatori e le velleità di potere ancora non del tutto morte di Mussolini e dei suoi seguaci. In questo marasma di guerriglia incontriamo le vicende e le emozioni di giovani uomini e della loro lotta per la sopravvivenza. Cesare, giovane soldato italiano, catturato dai tedeschi e diretto verso un dubbio campo di lavoro, sperimenta la solidarietà di gente semplice e onesta che lo aiuta a fuggire e a tornare a casa, dove la guerra lo costringerà a cambiare la sua quotidianità, le sue aspirazioni, i suoi desideri, a rinunciare agli studi per nascondersi lontano dalla sua città sotto attacco. Nicola, milite italiano, rinchiuso in un campo di prigionia, costretto a lavorare al servizio di spietati aguzzini nazisti, che, grazie all’infinità bontà di una prigioniera russa, comincerà la sua tormentata fuga tra neve, intemperie e gelo.

 

In un’Italia lacerata e guardinga, accetterà il compromesso, sceglierà di arruolarsi al fianco delle “camicie nere”, come repubblichino, impegnato in una sanguinosa battaglia tra “fratelli italiani” ritrovatisi improvvisamente nemici. L’animo umano però non si può ingannare e così Nicola rischierà la propria vita per sottrarsi a quello spietato incubo di fucilazioni e rappresaglie, di vittime innocenti e di violenza immotivata, ritrovando se stesso e riscattandosi. Libero, partigiano idealista, che lascia una moglie morente e un piccolissimo bambino per unirsi alla battaglia per la libertà, nascondendosi tra le montagne e difendendo con la propria vita la Terra che riconosciamo come Patria. Arno, soldato tedesco in ritirata, che fugge da una Nazione diventata improvvisamente ostile e nemica, al tramonto di una guerra fortemente voluta dal suo Stato che non ha portato né gloria, né vittoria, ma solo fame e morte. Questi i personaggi scelti e presentati da Giulio Rebecchi, Preside trentino trapiantato a Mantova, e appassionato di Storia. Le quattro storie si sfiorano, senza toccarsi mai davvero nel profondo, tracciando una rete che sottolinea quanto tutto il genere umano sia profondamente interconnesso. Sullo sfondo un’Italia devastata e impaurita, che cerca di rinascere. Un’Italia fatta di gente coraggiosa e solidale, che diventa porta aperta, caldo rifugio e porto sicuro per giovani ragazzi in fuga da un atroce destino. E’ un Italia che non pretende, che non chiede nulla in cambio, che tende la mano al fratello nella stessa condizione di precarietà, sotto un cielo nero di fumo e cenere. Un popolo che avrebbe molto da insegnare a quello che oggi cammina sullo stesso suolo e parla la stessa lingua. Amore, Vita, Morte e Libertà sono i temi principali di questo romanzo che tende alla speranza, che guarda al Futuro senza farci dimenticare il Passato, perché nelle piccole e grandi battaglie quotidiane del nostro vivere, nei conflitti devastanti, nelle sfide che il mondo ci impone, ci sarà sempre bisogno di una voce amica che ci dica che : “La Guerra è finita!”

>>> Guarda il video su Casasanremo.it

Mercoledì, 26 Febbraio 2014 | di @