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29 Nov
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Caratterizzazione dei personaggi, si parte dalla realtà

Caratterizzazione dei personaggi, si parte dalla realtà © alphaspirit

Ma il personaggio deve prendere il sopravvento sull’autore e raccontare da solo la sua storia

Quando si comincia a scrivere un libro ci sono molti fattori da dover valutare, ma l’aspetto probabilmente più importante di un’opera letteraria sono i suoi personaggi. Nessun lettore sarà coinvolto da un libro i cui personaggi sono poco credibili, poco reali, e non permettono l’immedesimazione, e finirà con l’abbandonare la storia.

La caratterizzazione dei personaggi può passare attraverso l’analisi:

 

  • • fisica – si descrive l’aspetto fisico del personaggio (tratti somatici, corporatura, abbigliamento, ecc.). Nella società dell’immagine il lettore vuole avere ben presente l’aspetto del personaggio;
  • • psicologica – si descrivono i sentimenti, il carattere e gli stati d’animo del personaggio;
  • • culturale – si riportano elementi utili alla ricostruzione della cultura del personaggio (letture, studi, gusti artistici, esperienza di vario genere, ecc.);
  • • socio-economica – si ricostruisce l’ambiente socio-economico in cui vive il personaggio (il suo lavoro, la sua famiglia, la casa in cui vive, la sua condizione economica, ecc.);
  • • ideologica – si riportano le posizioni politiche o le convinzioni filosofiche del personaggio.


Scrittori emergenti e non devono tenere ben presente che un personaggio, quasi sempre, nasce dall’osservazione empirica della realtà. È in mezzo alla gente comune che si trovano i personaggi, le storie che vanno a comporre gli ultimi libri usciti. Ma non bisogna limitarsi alla realtà. Il personaggio deve avere un suo modo di esprimersi libero, che supera la realtà, che sorprende, affascina, che va oltre anche lo schema dell’autore: deve avere vita propria, perché vuole raccontare la sua storia, e non quella dell’autore.
Un personaggio non deve mai avere solo una caratteristica di comportamento specifica, ma deve essere fatto di mille sfumature. Non può essere totalmente buono, o totalmente cattivo.
Anche la scelta del nome è fondamentale: non deve essere né scontato né complicato, e possibilmente diverso da quello degli altri personaggi, così da non creare ambiguità.
È importante che non venga presentato tutto e subito, altrimenti non avrebbe senso. Il suo carattere, le sue inclinazioni, devono emergere attraverso la storia, nella storia, a piccole dosi.

Giovedì, 29 Novembre 2012 | di @Dario D’Auriente