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06 Nov
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Intervista all'autore - Saverio Capozzi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato a Bari, ho studiato e mi sono laureato a Padova, città che amo, come se fosse una seconda città natale. Vivo da molti anni a Roma, che ho adottato come patria, ma ho sempre viaggiato molto per motivi di lavoro.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Consiglierei una lettura impegnativa, ma con grandi soddisfazioni finali se si riesce a leggere fino in fondo, per quanto breve, con la dovuta attenzione: Le Metamorfosi di F. Kafka.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?

L'importante è procurarsi dei momenti da dedicare a se stessi, per riflettere, per vivere emozioni o per qualsiasi altro motivo si possa leggere. Il rapporto con il cartaceo o con lo schermo è solo una questione di preferenze individuali.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Per quanto mi riguarda è nata con me, nel senso che non ricordo quando ho cominciato e quindi mi risulta una normale attività quotidiana come mangiare, dormire ecc.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

La storia da raccontare è già dentro, si tratta solo di darle una forma.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Non credo che si possa più parlare di messaggi preconfezionati, penso che nessun lettore accetterebbe sermoni e ci si annoierebbe dinanzi a punti di vista troppo strutturati, così preferisco raccontare storie e lasciare aperte le più svariate possibilità di interagire con quanto scritto. Sono convinto che non esiste una maniera giusta ed una sbagliata di leggere.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Penso di aver già risposto precedentemente.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Domanda difficile, perché io scrivo sempre con gioia.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Non avrei potuto lasciare per aria, personaggi che mi richiedevano di essere meglio definiti e situazioni sparpagliate. Quando si comincia a raccontare una storia penso che non ci si possa sottrarre dal portarla a termine.



10. Il suo autore del passato preferito?

Per evitare lunghe dissertazioni più o meno dotte, mi rifugerei nel sempre amato Dante, al di sopra di ogni sospetto.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È solo una questione di preferenze individuali.

 

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Giovedì, 06 Novembre 2014 | di @BookSprint Edizioni