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21 Ott
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Intervista all'autore - Angelo De Marco

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?


Scrivere per me è stato sempre un modo come trovare la mia pace interiore. Dare sfogo alla mia creatività, che riesco a raccogliere nel corso della mia giornata professionale, a volte anche intensa. Fin da ragazzo, quando mi mettevo a scrivere, anche su un quaderno per appunti, per me era come librarmi in uno spazio immenso, nel cielo.

Nel rasentare le nubi, nell'alto del cielo, vi trovo ancora oggi, tutta la serenità cui ho bisogno, per dare sfogo alla mia creatività, accompagnato come sono, in questo sorvolare i fiumi e i laghi, dai personaggi, cui riesco a dare vita. Questa fantasiosa emozione, mi ha sempre accompagnato. Ogni sera, dopo cena, e fino alle 2 di notte, mi dedico a vivere sensazioni che mi danno la possibilità di raccontare tutto ciò che la mia creatività, riesce a farmi scrivere su un foglio di computer.

 

 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?


Avevo appena 16 anni, quando ho cominciato ad essere "confidente" di un amico, novello prete, il quale cominciò a parlarmi della sua "crisi mistica" che stava attraversando, a causa di un rapporto "amichevole e confidenziale" cui era stato trascinato dentro, e che stava degenerando, a causa delle persone a lui vicine. Ascoltando lui, ho cominciato a costruirci sopra una storia, che trascrivevo su fogli liberi, dove riportavo le mie "personali" emozioni, che anch’io stavo vivendo in quel periodo. Cominciai a mettere insieme, la sua crisi mistica e i miei giovani e gravi "problemi di cuore", e da qui, cominciai a scrivere quelle pagine che poi divennero, un vero racconto: il mio libro Nel nome di Dio.

 

 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.


In questo mio romanzo, io racchiudo la sofferenza di chi vive un "amore grande". Scrivere quelle pagine per me, ha significato essere narratore di se stesso e delle emozioni che un'altra persona, a me cara, il prete, stava vivendo in un ambiente che gli diventava sempre più amichevole, ma, che, al contempo, gli era ostile e tendenzioso, perché interessato a volere usare il suo stato di prete. La sua storia viveva in me, e dentro di me, in una miscellanea di situazioni, e eventi che, se da un verso andavano degenerando, dall'altro verso ci rendevamo conto che un grande sentimento si nutriva della nostra linfa che fuorusciva dal nostro sentimento, rendendoci schiavi della perdizione, che l’amore ti fa vivere ogni volta che hai accanto la donna che ami, con tutto te stesso.

 

 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?


No, non è stata affatto una scelta combattuta. Anzi è stata quella giusta, perché è tratta dall’amore verso Dio e da quell’amore verso la donna che si ama, che rappresenta, comunque il Grande Amore, ovvero quello che Dio ci ha ordinato di divulgare nel mondo, preti o laici che siano; ovvero, ripetere a chiunque che ogni è qualsiasi amore, nasce “Nel Nome di Dio”, che è per sempre, e comunque, promulgato dal Grande Maestro dell’Universo.

 

 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?


I libri, che leggerei con vero piacere sono quelli contemporaneo Giorgio Faletti he ci ha lasciati da recente, cosi come mi sento sempre legato alle opere di Luigi Pirandello e a Luigi Capuana. Nelle loro opere sono evidenziate le emozioni che gli stessi Scrittori provano, mentre realizzano le pagine di ogni singola opera.

 

 

6. Ebook o cartaceo?


Diciamo che ogni libro, nello sfogliare le pagine, ti trascina dentro in quel “cartaceo-visivo”. Però, oggi, nella velocità come si vive la giornata, forse l’ebook e il tablet rappresentano la possibilità di leggere il libro preferito, in ogni momento libero della giornata, sul treno, in aereo etc. Questo non si può fare con cartaceo, che ha bisogno di essere letto solo quanto si ha il tempo per poterlo prendere e iniziare a leggere sul divano o a letto…

 

 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?


Sin dalla mia giovane età ho ritenuto mettere su carta il mio pensiero e lo facevo spesso nella vita normale e, in particolare, quando ho fatto il militare. Mi ritagliavo la giornata trovando sempre quel momento disponibile per dedicarmi a scrivere e/o a dipingere. Non avevo mai voluto tentare quest’iniziativa di rendere pubblico il mio pensiero racchiuso in una molteplicità di pagine. Quest’anno mi è stata consigliata questa possibilità da alcuni amici ai quali erano piaciuti i miei scritti. Ed ecco l’accostamento al mio Editore e la possibilità che mi ha dato Pacelli Vito di organizzare la pubblicazione del mio primo libro. Oggi, mi auguro solo di potere scoprire che sono riuscito a coinvolgere il mio lettore, facendogli immaginare di essere presente, nelle storie da me narrate, mentre sfoglia le pagine del mio libro..

 

 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?


Un mio caro amico, mi chiese se potevo dargli una qualche pubblicazione da leggere per occupare il suo tempo in ospedale, dopo avere subito un intervento. Ho stampato il mio romanzo su fogli A/4 e glielo portato in Ospedale. L’indomani, la sua telefonata è stata molto lusinghiera, e lui mi ha spronato a contattare un Editore. Un altro comune amico mi ha consigliato la casa Editrice Booksprintedizioni. Il resto è storia già nota.

 

 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?


Ecco, avevo paura di una domanda come questa. Si, è vero, ho pianto. Mi sono emozionato quando ho ricevuto la copia da Vito Pacelli. Mi sono emozionato perché, ho visto quella mia “creatura”, in un formato che non avrei mai immaginato di vedere: un libro vero e proprio. Ne lessi le prime pagine e per poco ebbi qualche dubbio che fossi io l’autore. Poi, per tutta la giornata pensavo a quella mia creatura realizzata a forma di libro. Questo, mi ha spronato a rivedere e completare gli altri miei libri, che ora sono pronti per la pubblicazione.

 

 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?


Quando ho terminato la stesura del libro ed ero pronto a dare il “VIA SI STAMPI”, l’ho inviato ad una mia cara amica che segue tutto ciò che ho scritto, da quando avevo 13 anni. Lei mi chiamo al telefono, per complimentarsi con me per il coinvolgimento che il libro le procurava, nella lettura di ogni singola pagina. Ne fui entusiasta e l’ho benedetta, Nel nome di Dio.

 

 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?


Potrebbe essere un’iniziativa fantastica se il libro verrà narrato e letto dallo stesso Autore. Perché credo che solo lui potrà essere il vero interprete dei toni e delle emozioni provocate dalla lettura del suo racconto. Solo lui sarà capace di raccontare l’opera con i criteri, i toni e le verità di quando l’ha scritta.

 

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Venerdì, 24 Ottobre 2014 | di @BookSprint Edizioni