Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Logo
Stampa questa pagina
22 Mar
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Nicola Cabiddu -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e cresciuto in Sardegna, nel Sulcis. Abito in un piccolo paesino di montagna chiamato Nuxis. Sono nato nel 2003 e perciò, avendo 19 anni vivo con la mia famiglia.
Sono diplomato in informatica e telecomunicazioni, ma non ho proseguito con gli studi universitari, almeno per ora.
Per me la scrittura è un modo di evadere dalla realtà, una realtà che non mi piaceva quando ho iniziato a scrivere, ovvero in prima superiore. L'interesse per la scrittura è comparso assieme ai primi sintomi della depressione, che al momento non ho riconosciuto. Solo cinque anni, dopo, tante idee fallite e con molta forza di volontà sono arrivato a completare quest'opera.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non avendo altri impegni al momento, posso scrivere essenzialmente tutto il giorno, eccetto per la sera, in cui sono abbastanza stanco. La situazione non cambierebbe molto se avessi altre attività da svolgere; scriverei comunque la mattina e il pomeriggio se possibile.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sicuramente Licia Troisi. Grazie a lei ho conosciuto uno stile di scrittura che mi rispecchiava, inoltre le sue storie sono molto gradevoli alla lettura. L'opera che preferisco è La Ragazza Drago.
 
Perché è nata la sua opera?
In realtà è stato un inizio divertente. I miei sogni sono estremamente bizzarri, ma a volte in tutta la confusione e surrealtà si palesano delle storie con un qualche filo logico. Una notte d'estate avevo fatto uno di quei sogni, ma era veramente troppo confuso per cavarci qualcosa. La notte dopo, l'evento si ripeté, così ho deciso che avrei ripreso a scrivere. Quello che ho buttato giù non aveva nulla a che fare con i due sogni, ma l'idea mi piaceva molto, così ho proseguito. Solo dopo sei mesi e un rifacimento quasi totale della storia sono riuscito a finire.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non credo che abbia influito molto.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Personalmente, come già detto, io uso la scrittura per evadere, ma dipende molto da cosa si scrive e come.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è molto di me, come un personaggio in particolare e in generale le idee rappresentate.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Tutti i miei amici che mi hanno sempre supportato e consigliato modi per migliorare il risultato finale.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho condiviso il romanzo con tutti quelli che conoscevo, ma la prima a finirlo è stata mia madre.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Con la progressiva eliminazione della carta, penso che l'ebook sarà la forma principale di condivisione di opere.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è uno strumento interessante. Ha vantaggi come la portabilità, e inoltre permette alle persone con problemi di vista di godersi una storia senza che la loro condizione influenzi l'esperienza o gliela neghi totalmente. Proprio per quest'ultimi spero che questa frontiera si espanda largamente.

Acquista il Libro sul nostro ecommerce