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16 Mar
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Intervista all'autore - Roberto Carotti -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Direi che per me scrivere è come avere una seconda vita segreta, nel senso che è una cosa mia, intima, privata. Mi è sempre piaciuto farlo e sono sempre stato attratto dai libri.
Scrivere è figlio delle letture. Non sono esattamente un lettore seriale, ma senza un libro non so stare. Finito uno si inizia subito con il prossimo. Addormentarmi senza aver letto qualche pagina è impossibile. Emozioni? Mentre scrivo cerco di vivere il personaggio e la storia contemporaneamente. Mi immedesimo il più possibile e forse cerco di buttare su carta desideri e passioni che non posso vivere nella realtà. Quando decido di iniziare un nuovo libro, non vedo l'ora di avere qualche oretta per buttarmici a capofitto. È liberatorio per me scrivere, appagante.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Onestamente poco, forse solo il fatto che il protagonista si ritrova orfano e solo, ed anch'io mi sono ritrovato orfano da adolescente, ma io sono stato più fortunato avendo un fratello più grande e che si è occupato sempre di me. L'unica cosa che mi lega al racconto è l'ambientazione; Cremona la mia città e Milano che anche per motivi di lavoro, conosco abbastanza bene. Nel caso di Cremona, mi è piaciuta l'idea di provare a valorizzarla e farla conoscere un po’ di più al lettore. Sono molto legato alla mia città ed ho pensato che fosse cosa giusta "coinvolgerla"
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Immensa soddisfazione. Indipendentemente dagli apprezzamenti che riceverà, portare a termine un'opera è già tanta roba. Svolgendo un'altra professione, il tempo da dedicare alla stesura del testo non è sempre come vorresti. Si hanno momenti di crisi ed è difficile superarli, ecco perché credo che iniziarlo e portarlo a termine sia motivo di grande soddisfazione ed appagamento.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
In realtà il titolo è stata la cosa che mi ha creato meno problemi, anzi a dirla tutta prima della trama avevo già deciso il titolo e poi ci ho costruito intorno il romanzo. So che è strano, ma volevo un titolo ad effetto, di poche parole ma incisivo e "Sono stato io" ha colpito anche me. Un libro con un titolo del genere, conoscendo i miei gusti, mi attirerebbe subito. Poi qualche idea qua e là mi è venuta e pian piano ci ho costruito tutto il testo. Ho scritto due libri e per entrambi, devo essere sincero, il titolo mi è venuto spontaneo ed immediato. In questo sono stato fortunato.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza dubbio "Il codice da Vinci" di Dan Brown. Quando l'ho letto mi ha colpito parecchio, perché soddisfa molta della mia curiosità su argomenti storici e religiosi che mi hanno sempre appassionato. Il suo modo di scrivere, gli argomenti trattati e la sua capacità di trasmettere pathos, ti incollano al libro e non riesci a staccartene. Mi piace molto anche l'idea di lasciare al lettore una libera interpretazione degli argomenti da lui trattati. Impari sempre qualcosa leggendolo.
 
Ebook o cartaceo?
Personalmente io preferisco nettamente il cartaceo, ma è solo per una mia comodità mentale. Mi piace il contatto con la carta, vedere i progressi che faccio nella lettura di un libro, capire che manca poco alla fine e quindi pongo maggiore attenzione alla lettura. Forse anche poter riporre il libro nella mia biblioteca personale è motivo di soddisfazione. Ma sono altresì assolutamente favorevole all'Ebook. In quest'era sempre più tecnologica, l'idea di poter leggere in qualunque momento ed in qualunque condizione un libro, è una cosa fantastica. Siamo fortunati a poter avere anche questo dono dalla tecnologia.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Già da adolescente sognavo di scrivere qualcosa, ed il pensiero di tentarci l'ho sempre avuto, ma un po’ per i mezzi tecnologici allora scarsi ed un po’ perché sembrava un'utopia, alla fine ho lasciato perdere. Poi qualche anno fa ho ripreso a leggere parecchi libri e mi è tornato un forte desiderio di provarci. Non sapevo bene cosa scrivere, poi una serie di viaggi che ho fatto mi hanno l'ispirazione per tentarci. Non ho mai, ovviamente, creduto minimamente di creare qualcosa di successo, ma la soddisfazione di portare a termine una mia opera è la soddisfazione maggiore che posso provare. Fatto il primo anni fa, dopo un po’ di tempo, ho sentito il desiderio di riprovarci, mi sono messo d'impegno ed ecco il risultato
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
I libri che leggo sono per lo più storici o romanzi gialli. Soprattutto di questi ne leggo a volontà. Proprio per questo, mi ha attratto l'idea di provare a cimentarmi in questo filone. La visione anche di molti film o serie TV sul genere, mi ha dato parecchi spunti ed idee da buttare nella trama. Per fare un esempio, una sera mentre guardo una nota serie TV, un omicidio viene commesso con un antico strumento di tortura medievale in dotazione all'Inquisizione. Non lo conoscevo e la cosa mi ha molto incuriosito. Mi sono documentato in internet ed ho deciso in quel momento che lo avrei utilizzato anch'io nel mio romanzo. È talmente particolare e poco conosciuto ai più, che ne ho utilizzato l'immagine anche per costruirci la copertina del libro.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Beh, da scrittore alle primissime armi, vivere i passi che porteranno la propria opera scritta su un file in un PC, e vederla diventare un libro vero e proprio è esaltante ed eccitante. Vedere come la casa Editrice ti segue, scoprire pian piano il susseguirsi dello sviluppo della costruzione del libro è molto interessante. Impari cosa c'è effettivamente dietro le quinte. Diventi cosciente di quanto lavoro di precisione, di passione e di professionalità sono necessari prima che un libro sia messo in vendita. Questo aspetto mi incuriosisce parecchio e quando pensi che tutto quel lavoro è fatto per te, per una tua creatura, un po’ ti inorgoglisce.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Senza ombra di dubbio, mia moglie Martina. Per prima cosa perché ha seguito passo passo lo sviluppo del libro, mi ha sostenuto, incoraggiato e ha sempre creduto in me. Secondo aspetto perché lei sì che è una lettrice seriale di libri di vario genere e quindi il suo parere, seppur di parte, è stato importante ed utile. La sua competenza ed i suoi consigli, mi hanno permesso di apportare qualche significativa correzione che hanno migliorato certamente il testo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ne avevo già sentito parlare tempo fa, ma non ne ho mai sperimentato l'utilizzo, finché un giorno tornando a casa dal lavoro, non vedo mia moglie che mentre stira ascolta quello che mi sembra un monologo ad alta voce provenire dal cellulare. Gli chiedo di cosa si tratta e scopro che tramite un'applicazione stava ascoltando un romanzo in audiolibro. Mi sono informato meglio ed ho scoperto che soprattutto negli U.S.A. ha raggiunto risultati rilevanti di utilizzo. Credo proprio, che come per l'Ebook, questo passo successivo offerto dalla tecnologia, sarà il successo del futuro.

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