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04 Mar
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Intervista all'autore - Gianfranco Flammini -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono umbro, appartengo alla zona Sud-Est della Regione, la più montana, ovvero al territorio della Valnerina, a confine con lo spoletino, con Ascoli Piceno e il reatino.
La mia vita è tutta nel racconto dei 17 Viaggi. Ho iniziato a scribacchiare intorno al 2000 con la pubblicazione di Bagliori.... e giù giù ne sono nati altri 27. Il motivo? Prima avevo l'ambone in chiesa per predicare, poi ho deciso di farlo attraverso i libri. Parlare con l'esterno.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mattino e la sera tardi.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Alberto Bevilacqua. Leggo di tutto.
 
Perché è nata la sua opera?
Volevo raccontarmi senza finzioni, mettendomi a nudo.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto. Ho iniziato collaborando ad una rivista locale Alta Valnerina, QUINDICINALE CHE AVEVA IL COMPITO DI RACCONTARE LA VITA DELLA MONTAGNA, SOPRATTUTTO DOPO IL TERREMOTO DEL '79.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Racconto la realtà, ma la dipingo con i colori dei sogni. C'è tanta fantasia e immaginazione nelle mie storie.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Forse la voglia di raccontarmi ai miei figli, ai miei nipoti.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non è romanzo, ma storie di vita. Le ho tutte pubblicate su Facebook, dove ho un mio pubblico di circa 5000 persone.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Forse sì, ma preferisco lo scritto stampato.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è il futuro.

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