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01 Feb
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Intervista all'autore - Piero Zappadu -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Nato a Pattada, un paese di montagna, famoso in tutto il mondo per i coltelli a serramanico artigianali.
All'età di quattro anni mi sono trasferito, con tutta la famiglia, a Olbia. Ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Sassari, specializzandomi successivamente in Cardiologia e Angiologia medica.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
E le stelle stanno a guardare.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
La considero per l'appunto una perdita "dolorosa". Il libro cartaceo è come un amico fedele che ti aiuta a conoscere il mondo esterno; a comprendere meglio quello tuo interno; sempre lì, su uno scaffale della tua libreria, a ricordarti che è sempre pronto ad aprirsi, a emozionarti, a riflettere, a consolarti, a rinfrancarti sfogliando, come fosse una carezza, le sue pagine.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Una circostanza fortuita. Invitato come relatore scientifico ad un congresso internazionale svoltosi nella città di Palau nel 2012, mi venne chiesto, per l'inaugurazione del convegno, di presentare una lettura magistrale inerente alla località che ci ospitava. Fu in quella circostanza che, dopo un'approfondita ricerca storica, realizzai un elaborato su un personaggio eroico che difese il territorio dal tentativo di conquista francese durante la rivoluzione giacobina. Dopo circa cinque anni l'elaborato divenne la base di un romanzo storico, pubblicato da lì a poco.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Tutto nasce da una iniziativa di una delle mie due figlie, all'epoca adolescente. Si trattava di partecipare a un concorso letterario per favole. Lo scrivemmo insieme, ma poi ci dimenticammo di inviare l'elaborato. Quel primo abbozzo naif, ripreso e in parte modificato, fu successivamente ampliato e trasformato nel romanzo attuale.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio originario, quello della primordiale favola, voleva essere un messaggio di tolleranza e di rispetto, visti con gli occhi di bambini, tra modi diversi di vivere la propria fede, Una fede, spesso, presa a pretesto, per odiarsi, per combattersi, per uccidersi.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come ho già detto è stato come un colpo di fulmine, del tutto fortuito.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando il "romanzo" si trovava confinato in una favola, mia figlia, ancora adolescente, promotrice dell'iniziativa, si dilettava a leggerlo durante le cene in presenza di ospiti. All'inizio io e mia moglie tememmo che si trattasse di una strategia per tenere lontano gli ospiti.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Si, ma soprattutto di non pubblicarlo. Sono stati gli amici, conoscenti, la mia stessa famiglia a incoraggiarmi ad andare avanti e a pubblicarlo.
 
Il suo autore del passato preferito?
In generale sono gli autori russi; purtroppo oggi vessati ingiustamente per colpe e pazzie altrui.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che sia cosa buona, bella e giusta.

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